Chasmaporthetes: la iena che scoprì l’America

I resti, rinvenuti in Canada, permettono di fare luce sui percorsi migratori delle antiche iene, giunte in America dall'Asia

Per la prima volta in assoluto, un team di ricercatori ha identificato fossili di Chasmaporthetes – un antico Hyaenidae – provenienti dallo Yukon, in Canada. Questa scoperta apre un nuovo capitolo sull’evoluzione delle iene, fornendo importanti informazioni riguardo la migrazione di questi temibili predatori in America. Lo studio è frutto della collaborazione di istituti canadesi, statunitensi e svedesi.

I “mangia-ossa”

Le iene sono un gruppo di carnivori feliformi che, pur essendo strettamente imparentati con i felini, presentano un aspetto simile a quello dei canidi, con i quali condividono alcuni tratti comportamentali. Gli antenati delle moderne iene comparvero in Eurasia 22 milioni di anni fa (Miocene inferiore). Questi erano animali di piccole dimensioni, tendenzialmente insettivori e, come nel caso di Protictitherium, dallo stile di vita arboricolo.

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Nel corso del tempo, le iene si diffusero e diversificarono ampiamente, dando origine a numerose specie. Molte di queste presentavano un corpo lungo e snello, tuttavia, a partire da 14 milioni di anni fa, iniziarono ad apparire le prime forme dotate di una corporatura massiccia e un morso tanto potente da spezzare le ossa. Alcune, come Pachycrocuta, potevano raggiungere un peso superiore al quintale, nutrendosi delle carcasse di giganteschi erbivori.

Ad oggi, solo 4 specie sopravvivono in Africa, Medio Oriente e Asia. Di queste, il protele è l’unica ad aver mantenuto la primitiva dieta insettivora. Secondo alcuni studi, questo animale potrebbe esser strettamente imparentato con antiche forme come Plioviverrops, comparso oltre 15 milioni di anni fa. Tra le restanti specie – dotate di morso in grado di rompere le ossa – la iena maculata (Crocuta crocuta) presenta le dimensioni maggiori, con alcuni esemplari che possono superare i 70 kg.

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Questo carnivoro è dotato di grandi capacità di adattamento, essendo in grado di consumare quasi ogni parte di una carcassa, sfruttando a pieno le risorse disponibili. Inoltre, la iena maculata è un abile predatore, abituato a cacciare sia in solitaria che in branco. Questi gruppi, definiti “clan“, sono dominati dalle femmine – più grosse dei maschi – e possono arrivare a controllare territori molto estesi (anche di centinaia di km2).

La iena del Nuovo Mondo

Nel 1977, alcuni paleontologi ritrovarono due misteriosi denti fossilizzati nei pressi dell’Old Crow Basin, nello Yukon settentrionale (Canada). Sin dagli inizi del secolo scorso, questa regione è stata oggetto di spedizioni scientifiche, le quali hanno portato alla luce oltre 50mila reperti risalenti al Quaternario – il periodo geologico nel quale viviamo.

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Fossili di mammut, tigri dai denti a sciabola e numerosi altri organismi, sono stati recuperati lungo le sponde del fiume Old Crow e conservati presso il Canadian Museum of Nature, a Ottawa. Qui, i denti sono rimasti praticamente ignorati per più di 40 anni, fino all’arrivo di Jack Tseng – assistente professore al Department of Pathology and Anatomical Sciences della University at Buffalo – che, assieme a Grant Zazula e Lars Werdelin, esaminò i reperti.

Nel relativo articolo – pubblicato su OpenQuaternary – i paleontologi attribuiscono i fossili a Chasmaporthetes – un antico Hyaenidae – calcolandone l’età a circa 1,4 milioni di anni. Diffuso in Eurasia e Africa, si ritiene che questo genere di iena abbia colonizzato il Nordamerica attraversando la Beringia – un ponte di terra tra Siberia e Alaska formatosi più volte durante le recenti glaciazioni.

Prima d’ora, non era mai stato possibile definire con certezza il tragitto intrapreso da questi animali, in quanto gli unici reperti americani di Chasmaporthetes erano stati rinvenuti in Messico e negli Stati Uniti meridionali. Tuttavia, come affermato da Tseng, “Questi rari ritrovamenti di iene nell’Artico vanno a colmare una grossa lacuna nella documentazione fossile di una località in cui ci aspettavamo di trovare tracce del loro passaggio tra continenti, ma di cui non avevamo prove fino ad oggi”.

La “iena ghepardo”

Al contrario dei suoi parenti attuali, Chasmaporthetes era un animale snello e dotato di zampe posteriori particolarmente lunghe, simili a quelle dei ghepardi (per tale ragione è anche definito “iena ghepardo”). Si ritiene che cacciasse in spazi aperti, sfruttando la sua velocità per ghermire le prede. Analisi del cranio suggeriscono che alcune specie fossero perfino in grado di nutrirsi delle ossa.

Arrivati in America, è possibile che questi carnivori siano entrati in competizione con i temibili predatori locali. Tra questi, Borophagus era un canide appartenente al gruppo Borophaginae, caratterizzati da un morso molto potente tramite cui potevano rompere le ossa delle loro prede.

Un tempo estremamente diffusi sul continente, questi animali si estinsero circa 1,4 milioni di anni fa, forse in seguito alla comparsa dei primi lupi, come Canis armbrusteri. Rispetto alle forme moderne, quest’ultimo possedeva dimensioni maggiori, con un peso stimato che poteva superare i 60 kg.

Non è da escludere che la competizione con questo ed altri carnivori possa aver contribuito all’estinzione della iena ghepardo, avvenuta circa 800mila anni fa. È possibile che la scomparsa dei carnivori osteofagi come Borophagus e Chasmaporthetes abbia avuto importanti ripercussioni sugli ecosistemi locali, causando l’estinzione di altre specie.

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