Come l’uomo “scolpì” il cervello del cane

L'allevamento selettivo ha dato origine a numerose razze, ognuna con differenti caratteristiche fisiche e cerebrali, selezionate per rispondere alle necessità umane

Cani ed esseri umani sono legati da uno stretto rapporto, le cui radici affondano nella preistoria. Nel corso del tempo, la selezione artificiale attuata dall’uomo ha portato alla nascita di una moltitudine di razze canine.

Queste, si presentano con forme e dimensioni variabili, tuttavia un recente studio suggerisce che differiscano anche nella struttura del cervello.

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La ricerca è stata pubblicata sul portale JNeurosci (The Journal of Neuroscience).

Uomini e lupi

14.000 BC.

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Asia.

Un piccolo gruppo di persone si sta spartendo i frutti della giornata: la battuta di caccia è stata molto proficua e ha permesso loro di accaparrarsi dell’ottima carne di mammut. Seduti intorno al fuoco, uomini e donne scherzano gustandosi il delizioso pasto, senza sapere di essere osservati.

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Un lupo, attirato dall’odore della carne, si è avvicinato indisturbato all’accampamento, nascondendosi tra la vegetazione. Di solito, questi feroci predatori evitano il contatto con l’uomo – col quale devono spesso competere per il cibo – eppure la fame lo spinge a sfidare la propria natura.

Così, il lupo esce allo scoperto ma non si dirige verso gli umani, non vuole attaccarli né sottrarre loro il cibo, non è venuto per questo. Il predatore ha trovato un modo più efficiente per procurarsi da mangiare: nutrirsi dei loro avanzi.

È così che, secondo alcuni ricercatori, ha avuto inizio l’amicizia tra cane e uomo. Gli esemplari di lupo più docili avrebbero cominciato a frequentare i villaggi umani, alla ricerca di resti di cibo.

Nel corso del tempo, questi lupi si sarebbero “addomesticati”, entrando progressivamente in contatto con l’uomo, e trasformandosi lentamente in cani.

Il cervello del cane

Sono trascorsi migliaia di anni da quando uomini e lupi hanno iniziato a collaborare per sopravvivere nella natura selvaggia. Da allora, l’essere umano ha attivamente modificato le sembianze del suo compare canino, selezionando gli esemplari in possesso di caratteri utili a soddisfare le sue necessità.

Così, numerose specie hanno fatto la loro comparsa, ognuna avente differenti scopi: cani da caccia, da guardia, da pastore… Tuttavia, alcuni ricercatori sostengono che le modifiche indotte dall’uomo non siano limitate alle caratteristiche fisiche, ma si estendano alla struttura cerebrale.

Ai fini dello studio, sono stati scansionati i cervelli di 62 cani – appartenenti a 33 razze – e i risultati sono sorprendenti. Gli organi presentano palesi differenze, le quali non dipenderebbero semplicemente dalla forma del cranio o dalle dimensioni di corpo e cervello.

In particolare, i ricercatori hanno osservato una notevole variabilità in determinate regioni (come quelle collegate ai sensi del gusto e dell’olfatto). Tali aree, sarebbero tra le più coinvolte nei comportamenti legati ad interazioni con l’uomo.

Ad esempio, i Golden Retriever – una razza da riporto – presenta delle modificazioni alle regioni adibite al movimento degli occhi, alla coordinazione, ed altre funzioni importanti nell’individuazione della preda.

Nonostante siano necessari ulteriori studi, questa ricerca offre alcune, valide, informazioni per comprendere il legame fra comportamento e struttura del cervello.

Inoltre, ci mostra quanto sia profondo il rapporto che unisce cani e uomini e – citando l’autore Erin E. Hecht – come questi ultimi siano stati in grado di “modellare il cervello di un’altra specie”.

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