La commedia nera è un sottogenere che si avvale della satira e di argomenti macabri. L’approccio grottesco a situazioni solitamente considerate drammatiche scatena il riso sul volto dello spettatore.
Questo filone ha origini abbastanza lontane, infatti una delle prime e più famose commedie nere è Arsenico e vecchi merletti (1944) di F. Capra, riadattamento di un’opera teatrale. Le scene sono rapide e la morte affrontata con sapiente sarcasmo. Questa commedia ha fatto scuola ed ha messo le basi per l’evoluzione del sottogenere. Da qui in poi abbiamo film del calibro di La signora omicidi (1955) di Alexander Mackendrick, britannico e dall’umorismo tagliente. I fratelli Coen ne realizzano un remake nel 2004 dal titolo Ladykillers.
Durante gli anni il raggio d’azione si allarga. Si toccano temi vari come la vecchiaia, l’attualità, la ribellione a situazioni scomode, l’abuso di sostanze, il sesso e molti altri. Esempio è La fabbrica delle mogli, film del 1975, diretto dal regista Bryan Forbes. Riadattamento dell’omonimo romanzo di Ira Levin. Narra la storia di una donna catapultata in un paese in cui le signore si comportano in modo davvero… strano. Esiste un remake molto conosciuto del 2004, dal titolo La donna perfetta.
Negli anni ’90 scoppia una vera e propria rivalutazione di questi film, esplodono produzioni graffianti e sarcastiche, un esempio è Una cena quasi perfetta (1995) di Stacy Title, in cui un gruppo di amici democratici e liberal invita a cena personaggi che contrastano con i loro ideali. I malcapitati dopo un lauto pasto e discussioni verranno uccisi. I problemi sopraggiungono con i ripensamenti ed i timori del gruppo. Il finale è una vera sorpresa.
Oggi è possibile attingere ad una vasta scelta di commedie nere, molte delle quali prendono spunto da piccole perle degli anni passati.
Queste opere ci dimostrano che argomenti cupi possono essere affrontati anche col sorriso e che è possibile non prendersi troppo sul serio.