In queste settimane, il Premier Conte ha chiarito che adottare misure urgenti e restrittive serve a scongiurare il pericolo di uno scenario 4. Di nuovo, nel linguaggio politico e istituzionale, gli italiani si trovano a dover comprendere un concetto tecnico su una situazione di epidemia ed emergenza. Infatti in medicina, di fronte ad una malattia contagiosa e alla creazione di un farmaco adatto, si usa parlare di fasi, stadi, scenari suddivisi a numero.
Quest’estate se vi ricordate parlavano di Fase 1, Fase 2 e Fase 3, si limitavano a definire soprattutto la capacità del sistema sanitario locale e globale nell’affrontare un’epidemia di massa e un numero di malati colpiti da un virus di cui ancora non si sapeva nulla.
Di nuovo, sempre a livello tecnico, si parla di Scenario 1, Scenario 2, Scenario 3 e Scenario 4. È la stessa epidemia di Coronavirus in Europa, un anno dopo però e in un momento dove il freddo autunnale e invernale provocano le infezioni stagionali. In questo documento dell’AIFA possiamo vedere che anche nello studio di un farmaco si usa dividere i tempi di studi, test, sperimentazioni e possibile somministrazione ufficiali in step: 1,2,3,4 preparatorio, finale, eccetera.
Dalla fase 1,2,3 agli scenari 1,2,3,4: la storia del Covid-19 è importante studiarla sempre
Questo PDF del Ministero della Salute dal titolo “Prevenzione e risposta a COVID-19” è una bella sintesi della storia di questa malattia da quando è stato dato l’allarme dalla Cina ad oggi. L’emergenza in effetti è entrata nel periodo autunno-invernale dall’Asia, ciò interessa tutta l’Europa che ogni anno deve affrontare l’influenza stagionale soprattutto sulle fasce deboli (bambini, pazienti con difese immunologiche compromesse e anziani). Abbiamo visto pochi giorni fa, come negli Stati Uniti per tredici stati si rischia l’emergenza proprio per l’unione di due situazioni diverse.
Nell’introduzione troviamo scritto quanto riportato:
“Con l’inizio della stagione autunno-invernale l’Italia, come altri Paesi europei, si trova ad affrontare un lento e
progressivo peggioramento della epidemia da virus SARS-CoV-2 in un momento in cui è prevista una aumentata co-circolazione di altri patogeni respiratori (come i virus influenzali). Sebbene l’andamento epidemico in Italia sia stato alla
fine dell’estate più contenuto rispetto a quello di altri Paesi europei, è fondamentale rafforzare l’attività di preparedness
alla luce di tutti i possibili scenari epidemici che potrebbero delinearsi“.
Gli elementi tecnici che portano a definire gli scenari 1,2,3,4
La pandemia da Covid, spiega ancora il testo, è globale legata alla comparsa di un nuovo virus. L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera nel definire un’escalation della malattia questi tre elementi: velocità di scala, gravità e impatto sociale ed economico. Quest’estate parlavamo di Fase 1, Fase 2, Fase 3 e scongiuravamo una Fase 4 sperando nell’arrivo di un vaccino entro la fine estate. Arrivando a due stagioni fredde, per la seconda volta ma senza un rientro estivo, la situazione in qualche modo si riscrive e nel documento leggiamo per queste variabili.
1) Trasmissibilità di Sars-Cov-2 a fine estate;
2) Trasmissibilità dello stesso virus nelle scuole;
3) Trasmissibilità nei luoghi di lavoro;
4) Impatto della mobilità della popolazione sulla trasmissione;
5) Contributo del sistema di prevenzione aziendale nei luoghi di lavoro;
6) Grado di accettazione delle misure igienico sanitario e comportamentali per la prevenzione della trasmissione del virus da parte della popolazione generale;
7) Capacità di risposta dei sistemi di prevenzione e controllo.
Da questi sette punti si arriva a definire gli scenari del nuovo Coronavirus, dal primo all’ultimo.
Scenario 1: Situazione di trasmissione localizzata (focolai) sostanzialmente invariata rispetto al periodo
luglio-agosto 2020.
Scenario 2: Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo.
Scenario 3: Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel
medio periodo.
Scenario 4: Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel
breve periodo.
Si tratta della fase che Conte vuole scongiurare come qualsiasi stato europeo (Francia, Germania, Spagna, Londra):
“Uno scenario di questo tipo potrebbe portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 1-1,5 mesi, a meno che l’epidemia non si diffonda prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020“.