Cos’è il recettore ACE2 e come si collega al Covid-19?

Un possibile trattamento efficace per contrastare il Coronavirus si basa sugli ACE inibitori o betabloccanti idonei a ridurre la pressione sanguigna


L’intera comunità scientifica è a lavoro da mesi per riuscire ad individuare un trattamento efficace per il Covid 19. Purtroppo questo virus ancora oggi continua imperterrito a mietere vittime in giro per il mondo. In quest’ultimo periodo i ricercatori si stanno concentrando maggiormente su un aspetto fondamentale, ovvero la proteina che consente al virus di infettare le cellule umane.

Stiamo parlando dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2, o recettore dell’ACE2 che dir si voglia. Questa specifica proteina rappresenta il comodo punto di ingresso per il Covid-19 nell’organico mo umano e infettare le cellule presenti. Questo determinato spetto è sicuramente fondamentale nella corsa contro il tempo per individuare un trattamento anti Covid19 efficace. 

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Su questa particolare tematica ormai lavorano da mesi i migliori scienziati di farmacologia, biochimica, biologia molecolare, occorre utilizzare al meglio le risorse disponibili per trovare una soluzione al problema

Che cos’è il Recettore ACE2 e dove si trova 

L’ACE2 è una peculiare proteina presente sullo strato superficiale di moltissimi tipi di cellule. Più previamente si tratta di un enzima che, attraverso la cesura dell’angiotensinogeno proteico più grande, è capace di creare proteine.

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Utilizzando una particolare proteina a picco presente sulla sua superficie, il Covid19 riesce a legarsi all’ACE2 come una sorta di tassello che si conficca nella sua metà mancante. Una volta legatosi il virus all’ACE2 il gioco è fatto, avrà via libera per infettare le cellule umane. Pragmaticamente, l’ACE2 agisce come una sorta di recettore per il Virus. L’ACE2 è presente in svariati tipi di cellule e tessuti presenti nell’organismo umano, polmoni, cuore, vasi sanguigni, fegato, intestino, reni ecc. Più precisamente, lo scambio di ossigeno e anidride carbonica tra i vasi sanguigni e i polmoni avviene proprio grazie uno speciale rivestimento presente nei polmoni dove è presente in quantità massiccia l’ACE2. Non solo qui, l’ACE2 infatti è presente anche in altre zone del corpo come l’epitelio del naso, nella bocca. Tuttavia è proprio nei tessuti polmonari, nei pneumociti , presenti negli alveoli polmonari, che è presente una elevata quantità di ACE2. Ora appare chiaro il motivo per il quale i polmoni sono gli organi maggiormente colpiti dal Covid-19.

Il ruolo dell’ACE2 

Il ruolo svolto dall’ACE2 nel corpo umano è di primissimo ordine. L’ACE2 infatti garantisce il percorso biochimico fondamentale per regolare la pressione sanguigna, la guarigione delle infiammazioni. Inoltre è d’ausilio per l’attività di una proteina in particolare ovvero l’angiotensina II.

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Ebbene quando il virus SARS-CoV-2 riesce a legarsi con l’ACE2 gli impedisce di svolgere le sue attività fisiologiche e quindi anche la regolazione della segnalazione ANG II. È questa inibizione dell’ACE2 che probabilmente determina le gravi lesioni, specialmente ai polmoni e al cuore dei positivi al Covid-19. Uno degli organi maggiormente lesi dal Covid 19 sono proprio i polmoni.

La diminuzione dell’attività dell’ACE2 non permette la scomposizione dell’ANG II e questo determina una pericolosa infiammazione ad alcuni organi del corpo, compresi i polmoni. Tra gli organi più colpiti rientra sicuramente anche il cuore, la maggior parte delle volte colpito da miocardite (infiammazioni). In pericolo sono anche i reni, il tratto digestivo, il fegato, i vasi sanguigni e da un ultimo studio il cervello. Appare chiaro che il fattore che lega tutto è l’attività anomala di ANG II determinata a causa del malfunzionamento dell’ACE2. 

Tutti hanno lo stesso numero di ACE2 nelle proprie cellule

La risposta è negativa, se da un lato è vero che tutte persone posseggono l’enzima in questione è altrettanto vero che la quantità degli stessi varia a seconda della persona. Recenti studi suggeriscono che il numero di ACE2 possa essere maggiore nei pazienti che soffrono di patologie come ipertensione, diabete e malattie cardiache. Ancora non è chiaro se la quantità di recettori determina la probabilità di ammalarsi di Covid-19. Una cosa appare chiara, il Covid19 necessita dell’ACE2 per poter infettare le cellule presenti nel corpo umano ma ancora non è chiara la precisa relazione necessaria in tal senso. Gli esperti sottolineano che è sicuramente vero che una quantità inferiore di ACE2, causata dalla presenza del virus nell’organismo, determinano una maggiore probabilità di contrarre gravi malattie compreso il Covid 19.

Gli ACE inibitori possono essere un trattamento anti Covid-19?

Nei tessuti dove normalmente è presente l’ACE2 è presente anche l’enzima di conversione dell’angiotensina ACE1, ovvero un’altra proteina. Tutti i farmaci volti ad inibire l’ACE1 sono identificati come ACE inibitori come ad esempio il ramipril, enalapril ecc. i farmaci in questione sono idonei ad inibire l’ACE1 ma non l’ACE2 e questo perché per certi aspetti l’uno è l’opposto dell’altro. Se ACE1 aumenta la quantità di ANG II, ACE2 invece tende a diminuirla. Andando ad inibire l’attività di ACE1 è inevitabile che i livelli di ANGII verranno ridotti e con essi verrà ridotta anche la pressione sanguigna. Riducendo anche quest’ultima è possibile ridurre anche le lesioni dei tessuti. La prova scientifica degli effetti positivi degli ACE inibitori e bloccanti su pazienti positivi al Coronavirus è stata dimostrata in un recentissimo studio del dottor Loomba. Di recente lo stesso dottore ha avviato una ricerca, attraverso un gruppo multidisciplinare di scienziati, per comprende l’efficacia del ramipril (ACE inibitore) nella riduzione della mortalità del Covid19. 

Esiste anche un’altra tipologia di farmaci, normalmente prescritti, ovvero i bloccanti del recettore dell’angiotensina (ARB, Losartan, Valsartan ecc) hanno effetti molto simili agli ACE inibitori. Teoricamente quindi anch’essi potrebbero essere utili nella lotta contro il Coronavirus. Purtroppo ad oggi non esiste nessuna prova scientifica che suggeriscano un utilizzo fisiologico dei predetti farmaci. È doveroso quindi informare i lettori che non è consigliabile assumere questi farmaci nello stato attuale al solo scopo di prevenire la contrazione del Covid19. Se è vero che i risultati dei test sono abbastanza promettenti, è altrettanto vero che occorre una maggiore certezza scientifica per effettuare un utilizzo di questi farmaci per prevenire il virus.

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