Covid misure in arrivo, i nuovi aiuti si chiamano ristori a fondo perduto

Si chiamano ristori a fondo perduto i nuovi aiuti previsti per la seconda ondata Covid che porta ad una semi chiusura d'emergenza. Qualche informazione tecnica in attesa del nuovo testo in Gazzetta e delle istruzioni nel sito dell'Agenzia delle Entrate

Come per il primo lockdown, anche questa seconda chiusura straordinaria di imprese prevede nuovi aiuti economici erogati direttamente nel conto corrente e la sospensione di alcune imposte importanti come la seconda rata Imu per i servizi pubblici. Giuseppe Conte e il ministro Gualtieri hanno promesso una pioggia di aiuti entro metà novembre a sostengo delle attività che dovranno sospendere totalmente o parzialmente il lavoro. Ogni decreto per gli aiuti che crea comporta delle indicazioni diverse, i nuovi fondi perduti che saranno erogati dall’Agenzia delle Entrate prendono il nome di ristori, da qui il nome di Decreto Ristoro.

Ristori a fondo perduto, ecco le prime informazioni tecniche

Questa volta il Governo sceglie la via della semplicità. Il nuovo fondo perduto, che si chiama Ristoro, sarà accreditato in base ai codici Ateco. Le attività e le partite IVA che riceveranno il beneficio, sono tutte quelle costrette alla chiusura totale o anticipata alle 18. Non si ha ancora un importo esatto, da maggio prima con l’Inps e poi l’Agenzia delle Entrate, gli importi erogati erano da 600 a 1000 euro. Il Ministro dell’Economia Gualtieri ha promesso che da metà novembre sarà versata in automatico una somma più elevata per le imprese che hanno dovuto chiudere totalmente i locali.

Il nuovo fondo perduto non è vincolato al fatturato come i precedenti indennizzi. Inoltre arriverà in automatico sul conto corrente per chi aveva già dei bonus previsti nel decreto Bilancio. Chi in precedenza non ha richiesto aiuti dovrà seguire una nuova procedura presto spiegata sul sito dell’Agenzia delle Entrate oltre che in Gazzetta.

Ristori, aiuti sugli affitti e Imu commerciali: servirebbero di nuovo sei miliardi di euro

Sono circa 350 mila le partite IVA destinate a ricevere il nuovo beneficio. Abbiamo scritto che sparisce il calo di fatturato come requisito, insieme il limite di cinque milioni di euro di affari e dei corrispettivi registrati nel 2019.

Il Decreto Rilancio è costato 6 miliardi di euro stanziati ed esauriti. 500 milioni di euro sono disponibili ma solo per le domande del fondo richieste in precedenza e rimaste in sospeso.

La nuova manovra dovrebbe partire da tre o quattro miliardi di euro solo per settore sport, cinema e teatro, stagionali del turismo. Il periodo di chiusura è più breve ma incide su molte attività, una ripresa economica mancata a causa delle nuove restrizioni.

I soldi al momento confermati sono 1,5 o 2 miliardi di euro solo per sostenere le future domande di indennizzo, coprire i crediti di imposta sugli affitti, portare avanti l’esenzione IMU promessa.

Iole Di Cristofalo
Iole Di Cristofalo
Articolista e web copywriter