Non solo il Napoli: anche la Fiorentina ha dovuto dire addio alla finale di Europa League a Varsavia.
In finale c’è andato il Siviglia, che, in fondo, è campione in carica, reduce dalla finale dello scorso anno a Torino, quando una squadra, ora in finale di Champions, si mangiò le mani per non essere arrivata alla partitissima in casa. Agli andalusi è bastato, forse, già il 3-0 casalingo, ma nessuno si aspettava una così scarsa reazione viola, che ha concesso un facile 0-2 ai campioni in carica al Franchi.
27 minuti: questo il tempo in cui il Siviglia ha demolito ogni speranza alla Fiorentina. “Lassate ogni speranza a voi ch’entrate”, scriveva Dante, ma stasera la squadra della città che gli diede i natali ha forse ecceduto in questo estremo tentativo di ottimismo di fronte a una compagine molto più forte. Firenze ci credeva, tanto da riempire un Artemio Franchi al limite del tutto esaurito (mille i tifosi spagnoli). Montella ha creduto nello sloveno Ilicic preferendolo a Mario Gomez in un 3-5-2-1 che ha fatto vacillare il Siviglia solo tra il 12′ e il 16′. Al 21′ ha aperto le danze l’ariete colombiano Carlos Bacca, oltre 20 gol nella Liga: punizione da destra, Savic lo ha lasciato libero di segnare da breve distanza. Stessa negligenza cinque minuti dopo, su un cross di Koke deviato (maldestramente) da Basanta sul portoghese Daniel Carrico che ha messo la parola fine sulla qualificazione.
“E tutto il resto è noia”, come avrebbe cantato Franco Califano. Nel secondo tempo la partita si è spenta, per riaccendersi solo nel finale, quando il difensore polacco Krychowiak ha atterrato Pizarro in area. Rigore. Nettissimo. Neanche a dirlo, sul dischetto è andato Ilicic, ma il calcio è finito tra le braccia dei tifosi della curva: fischi, meritati, per una Fiorentina che sa solo prendere gol e non sa più segnarli. Un brutto segno per Montella.
Stefano Malvicini