In mattinata a Montecitorio Roberto Speranza terrà un’informativa con le Regioni per fare il punto della situazione. Il Ministro chiarirà infatti quali sono stati i famosi 21 criteri sulla base dei quali sono state assegnate le varie fasce.
Sin da subito, infatti, i capi di regione si sono ribellati, rimproverando al governo di non esser stato trasparente e di aver assegnato la varie fasce in maniera quasi arbitraria. Ma il ministro Speranza non ci sta, e controbatte dicendo che la decisone è stata presa con il sostegno di “tutto il governo” e dell’ISS.
Oggi, comunque, il Ministro ha intenzione di chiarire una volta per tutte i criteri-bussola (così li ha definiti Conte) che hanno portato alla decisione. Fontana intanto nella serata di ieri ha avuto modo di interloquire col ministro Speranza, il quale ha spiegato che le misure non potranno essere allentate prima di 15 giorni.
Comunque, come già chiarito ieri, nelle zone rosse, di cui fanno parte Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta e Piemonte, sarà in vigore il più rigido dei regimi. Qui, infatti, oltre alle misure nazionali valide per tutto il territorio, vigeranno regole ferree molto simili a quelle del lockdown dello scorso marzo.
Cosa accadrà nelle aree rosse?
In queste aree, tutti gli esercizi commerciali dovranno rimanere chiusi, ad eccezione di quelli che vendono beni di prima necessità. Chiusi anche bar e ristoranti, per i quali sarà consentito solamente l’asporto. La didattica sarà a distanza a partire dalle classi della seconda media. Vietati gli spostamenti all’interno del comune, fuori dal comune, e fuori dalla regione, se non comprovate esigenze di necessità, lavoro o salute.