Ad inizio luglio, il Consiglio dei Ministri ha dato via libera al nuovo decreto flussi. Con il decreto Cutro, DL n. 23/2023, si è stabilita la programmazione di ingressi in Italia di lavoratori non comunitari per il prossimi tre anni. Oggi è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto. La quota di ingressi stabilità per il triennio 2023 – 2025 è di quindicimila persone, stranieri che potranno partecipare a corsi di formazione professionale e tirocini.
Quote decreto flussi per corsi di formazione e tirocini formativi
Questo numero di persone è così suddiviso: limite massimo di 7.500 persone per la frequenza di corsi di formazione professionale, 7.500 per lo svolgimento di tirocini formativi e di orientamento. Il decreto interministeriale ha previsto il rilascio di visti di studio che al termine del periodo di formazione e tirocinio potranno essere trasformati in permessi di soggiorno.
Quanti ingressi di stranieri non comunitari sono previsti nei prossimi tre anni?
Secondo le stime è previsto l’arrivo di 452.000 nuovi lavoratori più altri 40.000 persone che hanno presentato domanda di ingresso lo scorso marzo. Il programma degli ingressi su base triennale è la novità di questo nuovo decreto flussi, insieme all’asseverazione da parte dei soggetti abilitati che consentirà di velocizzare l’iter di presentazione delle domande. L’obbiettivo è quello di promuovere un’immigrazione ad ingresso regolare per motivi di lavoro o di studio.
Decreto flussi stranieri: caratteristiche dei corsi di formazione e dei tirocini
- I corsi di formazione professionale per le 7.500 unità previste dal decreto flussi, devono essere finalizzati al riconoscimento di una qualifica o certificazione delle competenze acquisite. Non possono avere una durata superiore ai 24 mesi.
- I tirocini invece devono essere finalizzati al completamento di un percorso di formazione professionale avviato nel Paese di origine.
- I paesi di origine devono essere patrocinati dai soggetti promotori individuati dalle discipline regionali.
- Gli ingressi per corsi di formazioni riconosciuti dall’Italia sono consentiti anche fuori dalle quote previste dal decreto flussi in quanto non prevedono l’obbligo del nulla osta ma solo del visto d’ingresso per motivi di studio che, grazie al decreto Cutro,. si possono convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro.