Disperatamente Serena Grandi

Nome d’arte di Serena Faggioli

Non è il titolo di un nuovo film dell’attrice Serena Grandi, nome d’arte di Serena Faggioli, icona sexy della cinematografia italiana degli anni ’80, musa ispiratrice del regista Tinto Brass.

Serena, solo per nome, perché non è per nulla serena nella vita, ha problemi economici in seguito al fallimento del suo locale “Miranda”, aperto nel Borgo San Giuliano, Rimini, in società con il figlio nel 2013.

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L’attrice è fuori dal circuito cinematografico da diverso tempo, solo piccole parti nel ruolo di madre o comparsate nei salotti televisivi.

Non è più la donna desiderata dagli italiani, come nella pellicola di successo “Desiderando Giulia” del 1986, diretto dal regista Andrea Barzini, ispirato da un racconto di Italo Svevo: Senilità.

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Serena era tra le attrici più pagate di quel momento, girava film senza quasi mai fermarsi, pellicole a sfondo erotico e commedie per un pubblico da cine panettone, oltre alle fiction televisivi per le tante casalinghe per nulla disperate, perché lei era la Serena nazionale.

Nell’ultimo decennio, il 2000,  arriverà il suo declino professionale e fisico. Il suo corpo si trasforma, da femme fatale alla casereccia ruspante di bottega. Fino all’arresto avvenuto nel 2003, coinvolta in una brutta vicenda di droga, spaccio e detenzione di cocaina. Prosciolta dalla Magistratura prima che iniziasse il processo, acquistava stupefacenti solo per uso personale.

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Purtroppo i suoi guai non sono ancora finiti. Adesso, chiuso il locale, si ritrova con problemi economici e debiti mai pagati.

Antonio Agosta