Haifaa Al-Mansour, la prima regista saudita

La scelta cinematografica femminista nel raccontare la vita in Arabia Saudita.

In una Europa completamente sopraffatta dai prodotti cinematografici esportati dagli Stati Uniti, sembra impossibile anche immaginare che il medio oriente annualmente lavori a film che conservano un grande spessore culturale e sociale.

Il cinema arabo viene considerato di seconda categoria, in diversi paesi occidentali, a causa anche di problematiche socio-politiche contemporanee che ne ostacolano il pieno respiro. Se aggiungiamo il fatto che anche le donne, in paesi super ortodossi quale l‘Arabia Saudita, hanno imparato a lottare e a far sentire la loro voce, sembrerebbe impossibile rimanere impassibili.

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Una delle registe che si distinguono nel panorama arabo è sicuramente Haifaa Al-Mansour. Ella è una movie director e sceneggiatrice saudita, la prima della nazione, che sta influenzando il mondo del cinema arabo e internazionale. Spesso Al-Mansour sceglie tematiche ‘tabù’ come la tolleranza, l’ortodossia feroce e la cultura restrittiva del suo paese.

Chi è Haifa Al-Mansour?

E’ l’ottava figlia, di dodici, di Abdul Rahman Mansour – poeta arabo – che la introdusse al mondo cinematografico grazie ai video. Si laureò presso l’Università Americana del Cairo, completando la sua istruzione all’Università di Sidney dove conseguì un Master in Regia. 

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Haifa ha cominciato la sua attività di regista con la produzione di tre cortometraggi: “Who?“, “The Bitter Journey” e “The only way out” vincendo diversi premi sia negli Emirati Arabi che nei Paesi Bassi.

Successivamente ha creato il documentario “Women without shadows” che racconta le vite nascoste delle donne in medioriente. Il film ha ricevuto la Golden Dagger come miglior documentario al Mascate Film Festival in Oman e una menzione speciale alla quarta edizione del Arab Fil Festival a Rotterdam.

Grazie a ‘La Bicicletta Verde‘ ha ottenuto una candidatura ai Premi BAFTA 2014 nella categoria miglior film straniero.

Haifa Al-Mansour crede fermamente che l’Arabia Saudita deve assumere una posizione più critica sulla propria cultura. Questa sua posizione le ha fatto guadagnare diversi incoraggiamenti dai suoi connazionali e varie critiche aspre.

Le sue produzioni più recenti sono: Mary Shelley – Un amore immortale (Mary Shelley) (datato 2017) e Dacci un taglio (datato 2018).

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Maria Carola Leone
Maria Carola Leone
Maria Carola Leone, classe 1990. Laureata in Lingue e Letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente – Curriculum orientale (Arabo, Ebraico e Francese) con votazione 110/110 e lode. Parla correttamente 5 lingue: inglese, francese, spagnolo, arabo ed ebraico. Da sempre sostenitrice dell’arte e della cultura intraprende il suo percorso da culture-teller a 11 anni quando pubblica il suo primo articolo giornalistico sul quotidiano ‘La Sicilia’. Continua a scrivere fino a quando nel 2012 entra a far parte della condotta Slow Food 570 diventando Responsabile dei Progetti educativi, editoriali e culturali collaborando attivamente e con serietà al progetto. Attualmente è Docente di Lingue Straniere presso una scuola superiore di Palermo, si occupa di Digital Marketing, Traduzioni e sottotitolaggio e collabora per la Condotta Slow Food di Palermo.

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