I gestori telefonici devono rimborsare i clienti per le tariffe a 28 giorni

Respinto il ricorso di Vodafone, Fastweb e Wind 3 che dovranno pagare centinaia di milioni di euro in rimborsi

I clienti di rete fissa e mobile, non hanno mai digerito il fatto che le tariffe siano state rimodulate a 28 giorni. Adesso, però il Consiglio di Stato ha stabilito che i gestori telefonici devono rimborsare i propri utenti.

I gestori telefonici che devono risarcire i loro clienti

I tre operatori telefonici Vodafone, Fastweb e Wind 3 avevano presentato un’istanza per richiedere l’abolizione dei rimborsi imposti da Agicom.

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Ma, dopo quasi due anni il giudice ha respinto il ricorso stabilendo che i clienti hanno diritto al risarcimento.

Questo vuol dire che i gestori, dovranno rimborsare i circa 10 milioni di utenti che non hanno accettato le misure compensative per le tariffe a 28 giorni. Una grande vittoria questa, che Paolo Florio (l’avvocato dei consumatori) ha commentato così:

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È finita, gli operatori hanno perso e ora dovranno risarcire gli utenti

Per la Tim invece, al momento non è stata emessa nessuna sentenza ma, ovviamente, non si esclude una sorte analoga.

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Cosa succede adesso

Dopo la condanna da parte del Consiglio di Stato, i gestori telefonici devono restituire ai propri clienti i giorni erosi. Però, niente vieta che possano anche cercare di convincere i propri clienti ad accettare le misure compensative.

Nel caso in cui gli utenti, però continuassero a respingerle allora avrebbero diritto a dei giorni gratis. Ovvero, l’addebito del canone mensile verrebbe spostato di 2-3 giorni.

Tecnicamente, quindi possiamo parlare di giorni gratis in quanto l’offerta rimarebbe attiva e, il pagamento slitterebbe per arrivare ai 30 giorni effettivi.

Inotre nei prossimi giorni Vodafone, Fastweb e Wind 3 dovranno anche comunicare ai clienti quale sarà il rimborso previsto. Che può consistere in GB gratis, Bonus oppure Regali.

Ora ovviamente, l’ultima parola spetta ai clienti che dovranno decidere se accettare le misure compensative o aspettare i rimborsi. Invece, per gli operatori è stata una batosta che costerà centinaia di milioni di euro.

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