Il Regno Unito prepara un’azione legale contro la Cina

Esistono prove sul comportamento scorretto della Cina

La notizia bomba di questi giorni arriva da una ricerca della “Henry Jackson Society”: gruppo di riflessione politica inglese d’orientamento conservatore. La tesi proposta è che esistono prove sul comportamento scorretto della Cina, che non ha tempestivamente comunicato alla comunità internazionale il diffondersi dell’epidemia e con quali numeri corretti relativamente ai contagiati e ai deceduti. Questa scelta ha prodotto un’errata valutazione del fenomeno da parte degli altri governi mondiali, che oggi si trovano a dover affrontare non solo la malattia, ma conseguenze economiche devastanti.

Un danno mondiale di 3,6 miliardi di miliardi di Euro

La ricerca afferma che la diffusione del coronavirus, con circa un milione di persone contagiate a livello globale, è costata al gruppo del G7 3,2 trilioni di sterline. Oggi la sterlina vale 1,14 euro e quindi abbiamo circa 3,6 miliardi di miliardi di euro di danno subito.
L’Inghilterra potrebbe chiedere i danni di questa catastrofe economica, almeno per ciò che riguarda il Regno Unito, e la “Henry Jackson Society” suggerisce di procedere legalmente alle Nazioni Unite e alla Corte Internazionale di Giustizia.

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L’ipotesi di colpevolezza del Partito Comunista Cinese

Lo studio del gruppo, intitolato “Compensazione del coronavirus: valutazione della potenziale colpevolezza della Cina e delle vie di risposta legale” asserisce: “Il Partito Comunista Cinese ha tentato di nascondere le informazioni al mondo esterno. Ora, la Cina ha risposto lanciando una campagna di disinformazione avanzata e sofisticata per convincere il mondo che dovrebbe essere grato per tutto ciò che la Cina sta facendo in termini di aiuto. Ma la verità è che la Cina è responsabile per il COVID-19 e se le richieste legali fossero portate contro Pechino, potrebbero ammontare a trilioni di sterline”.

La lettera al governo di Boris Johnson

Questo è quanto è trapelato ieri; oggi il documento sarà pubblicato integralmente e abbiamo notizia che già 15 parlamentari conservatori abbiano firmato una lettera nella quale si chiede al governo di “ripensare” i suoi rapporti con la Cina. Nella lettera si legge che “Le normative sanitarie internazionali legalmente vincolanti richiedono agli Stati di fornire informazioni complete su tutte le potenziali pandemie. Questa omissione da parte della Cina ha permesso alla malattia di diffondersi in tutto il mondo con conseguenze straordinariamente serie in termini di salute globale e di economia. Il danno per il Regno Unito potrebbe essere calcolato in 350 miliardi di sterline. Una volta superata la crisi, esortiamo il Governo a ripensare il nostro rapporto con la Cina. Nel corso del tempo, abbiamo aumentato la nostra dipendenza dalla Cina e non siamo riusciti ad avere una visione strategica e a lungo termine delle esigenze economiche, tecniche e di sicurezza della Gran Bretagna.”

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L’Ambasciata cinese a Londra tace

Naturalmente, l’Ambasciata cinese a Londra si è rifiutata di commentare questa azione della società di ricerca e dei parlamentari conservatori che la sostengono. Vedremo nei prossimi giorni quali saranno gli sviluppi; resta il fatto che questo virus completamente nuovo, dal quale usciremo solo con la distribuzione globale del vaccino, continua a sollevare perplessità sulla sua apparizione e, soprattutto, sta producendo uno sconvolgimento sociale ed economico per l’intero pianeta che, ad oggi, non è ancora possibile comprendere nella sua estensione e gravità. Per l’Europa, e in primis l’Italia, il futuro è strettamente legato alla diffusione del COVID-19 in Africa e quanto il governo di Bruxelles saprà comprendere, senza egoismi nazionalistici, che ogni Paese è in pericolo di default economico senza l’aiuto degli altri partner ed un’azione di contrasto coordinata e tempestiva.

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegnahttp://www.massimocarpegna.com
Docente di Formazione Corale, Composizione Corale e di Musica e Cinema presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi. Scrittore, collabora con numerose testate con editoriali di cultura, società e politica.