Il nome dell’album di Paolo Paròn si intitola “Vinacce canzoni per inadeguati”.
- Come mai?
Il titolo dell’album nasce un pò per scherzo, ci spiega Paolo.
“ Lavorando in una distilleria, svolgendo un lavoro meditativo, di responsabilità, in cui si caricano caldaie dove si è a contatto col vapore e si vive in una atmosfera in cui la concretezza si fonde con elementi astratti, “vinacce” è stato un nome perfetto per me per riassumere quello che ho vissuto.”
Ricordiamo infatti, ai lettori che vinacce è anche il nome del singolo presente nell’album.
- Come nasce la canzone “mani adatte”?
“La canzone nasce come espressione di un disagio, ponendo l’attenzione su quanto sia difficile cambiare, l’idea di noi quando siamo ragazzini è diversa dalla realtà di come siamo noi da grandi, se da un lato restiamo sempre cittadini del mondo, dall’altro continuiamo a indossare quel guscio che ci appartiene e che ci protegge.
Mani adatte, narra un trasloco, racconta un lavoro finito, molto autobiografico.
La fine di una storia lunga. Un nido che si sposta, da un luogo a un non luogo, un posto estraneo, un luogo non tuo.”
- L’allegro caos dello scolapiatti, è un nome alquanto originale, come mai questo nome?
“L’ allegro caos dello scolapiatti, nasce una mattina in cui al risveglio di una domenica mattina, trovo lo scolapiatti fuori posto. Per me è stata anche una sorta di sfida per praticare degli “esercizi di stile”. Si tratta di una canzone ironica, buffa, qualcosa di banale che caratterizza la vita di chi vive la solitudine in un certo modo.”
Proseguendo, e ascoltando il tuo album, mi accorgo che i nomi che dai alle tue canzoni sono tutti molto originali, per esempio “Un disegno” è soltanto un disegno?
“Aahahaha! Assolutamente no!
In questa canzone è come se rivivessi quel viaggio in treno…
Un treno che parte, il rumore, io carico di emozione perché sto per raggiungere questa persona…
Se ripenso che da allora le cose che sono cambiate così tanto mi accorgo di quanto e come il tempo passi in fretta…
Mentre andavo a Torino ed ero sulla metro, ho ripensato ad un viaggio fatto in treno con un disegno in mano …
Questo disegno rappresenta me da giovane con una cartina sulla quale ho segnato il percorso/meta da raggiungere a Torino. Partendo da Pordenone…
Accanto al lato letterale e reale, la canzone è anche una metafora. Ora a distanza di anni il disegno è sbiadito, proprio ad indicare IL TEMPO CHE PASSA”…
Bene! Proprio parlando di tempo che passa ringraziamo Paolo Paron per la sua disponibilità e vi invitiamo a saperne di più collegandovi in merito alle sue canzoni collegandovi qui:
http://www.musicforce.it/catalogo-produzioni/1501-paolopar%C3%B2n-vinacce