Liberi professionisti: pensioni e contributi

A che età e con quanti contributi i lavoratori professionisti potranno percepire la pensione?

Quando si è un libero professionista, bisogna stare attenti al quadro normativo di riferimento, in continuo mutamento sotto diversi punti di vista. In particolar modo, negli ultimi anni la legge è stata ondivaga per quanto concerne le tutele pensionistiche, l’iscrizione alla cassa previdenziale e agli obblighi assicurativi. Si può fare un po’ di chiarezza con qualche spiegazione.

Per quanto concerne la pensione, in vigore c’è la legge 335 del 1995, che impone a tutti i titolari di Partita IVA che non fanno parte di un ordine professionale, di iscriversi alla gestione separati INPS. Le prestazioni pensionistiche sono le stesse previste dai fondi pensione obbligatori, come la pensione di vecchiaia, pensione anticipata, assegno ordinario di invalidità e pensione di inabilità, la pensione di reversibilità e pensione indiretta, la pensione supplementare ed il supplemento di pensione.

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 Il fine è tutelare tutti i lavoratori autonomi e parasubordinati, i collaboratori a progetto e co.co.co., i professionisti senza ordini e casse private e professionisti con attività non iscrivibile ad altre gestioni (come ad esempio gli sviluppatori web, i grafici, i venditori porta a porta, i medici con contratto di formazione).

Nella gestione separata, la pensione di vecchiaia si ottiene raggiunti i 66 anni e 7 mesi  di età per gli uomini e 66 anni e 1 mese per le donne, inoltrea 20 anni di contributi. Per la pensione anticipata le donne devono aver maturato 41 anni e 10 mesi di contributi mentre gli uomini devono raggiungere i 42 anni e 10 mesi di contributi. 

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La fonte normativa

L’aliquota per la gestione separata è stata aggiornata on la Circolare n. 21 del 31 gennaio 2017. Gli importi di riferimento per la contribuzione per i professionisti con partita IVA, l’aliquota è del 25%, alla quale va addizionata l’aliquota aggiuntiva dello 0.72%. Invece, per i collaboratori e le figure assimilate, hanno un’aliquota contributiva del 32% al quale va sommata in egual modo l’aliquota aggiuntiva. I soggetti titolari di pensioni, o di altre tutele pensionistiche obbligatorie, hanno diritto all’aliquota ridotta del 24%.

Le imposte vengono applicate su un reddito massimo di € 100.324; il reddito minimo è invece € 15.548. Pertanto, l’accredito è così distribuito:

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  • 3.731,52 per coloro che applicano l’aliquota del 24%;
  • € 3.998,95 (di cui € 3.887 ai fini pensionistici) per i liberi professionisti che applicano l’aliquota del 25,75%;
  • € 5.087,31 (di cui € 4.975,36 ai fini pensionistici) per i collaboratori e figure assimilate che applicano l’aliquota al 32,72%.

Per l’iscrizione alla gestione separata, occorre un modello chiamato SC04 che va scaricato dal sito dell’INPS e compilato con i propri dati, il tipo di attività svolta e l’inizio della stessa. Tale modulo può essere caricato sul portale web o consegnato agli intermediari dell’istituto attraverso i servizi telematici da essi offerti.

Alcuni soggetti iscritti alla cassa separata potrebbero possedere contributi versati in altre casse, in questo caso, grazie alla facoltà di computo, è possibile far confluire i contributi nella gestione separata, in modo da ottenere un’unica pensione. Tuttavia, è necessario avere meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 oppure almeno 5 anni di contributi versati a partire dal 1996. Inoltre, è possibile richiedere la totalizzazione al fine di ottenere la pensione di vecchiaia raggiunti 65 anni e 7 mesi di età (con 20 anni di contributi) e la pensione di anzianità con 40 anni di età e 7 mesi di contibuti.

 L’iscrizione alla gestione separata INPS è totalmente gratuita, non c’è un contributo fisso e l’iscrizione a tale cassa non può essere cancellata mediante procedura online.

Casse previdenziali

La cassa previdenziale è un ente che riscuote e gestisce i contributi versati dagli iscritti, al fine di erogare pensioni e prestazioni a sostegno degli iscritti, come gli assegni familiari e di disoccupazione. Le casse previdenziali sono differenziate a seconda della professione, e per potersi iscrivere è necessario anche essere iscritto al relativo albo professionale previo superamento dell’esame di Stato. Per le professioni che prevedono una cassa autonoma, bisogna effettuare l’iscrizione alla gestione separata dell’INPS. Si tratta di un fondo pensionistico che ha avuto origine dalla riforma Dini, e prevede il versamento autonomo dei contributi attraverso l’F24, mediante il calcolo tra ricavi e costi deducibili dell’attività professionale, al quale risultato viene applicata l’aliquota stabilita dall’INPS.

Nella cassa previdenziale si è obbligati a versare il contributo soggettivo, in base al proprio reddito ed il contributo integrativo, che va applicato ad ogni fattura emessa al cliente. In alcuni casi c’è anche la possibilità di versare un contributo di maternità per indennizzare le lavoratrici autonome in caso di parto. Tutto ciò è espressione di uno dei valori assiologi su cui si fonda e si erge il nostro ordinamento giuridico, ovvero il solidarismo. In occasione di situazione “diverse” è dovere della Repubblica agire ed eliminare tutte le forme di ostacoli. Lo stato, con tale indennità, aiuta le donne che hanno appena partorito e che per un lasso di tempo non potranno più lavorare per accudire il nascituro.