“Mia madre”, torna Nanni Moretti.

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Sarà in programmazione nelle sale il 16 aprile,  quattro anni dopo l’uscita di Habemus Papam. Il titolo è tanto semplice quanto personale: Mia madre.Semplicemente… La semplicità… Non so. Cos’è la semplicità? Mia madre mi sembrava il titolo giusto, ecco…dichiara Nanni Moretti,in un’interessante intervista su Il Venerdì di Repubblica. Una pellicola che non è sbagliato definire autobiografica. Ma per un regista che ha fatto dell’elemento autobiografico e personale uno dei leitmotiv di tutta la sua carriera cinematografica, non è una novità.

Non lo ha mai nascosto, Nanni Moretti. Era Michael Piccoli in Habemus Papam, era Michele Apicella in Ecce Bombo, Io sono un autarchico, era Silvio Orlando ne Il caimano. In questa pellicola dalle tinte cupe, è Margherita ( Margherita Buy): una regista cinematografica che sta girando un film ambientato in una tristissima fabbrica a rischio liquidazione. Al suo fianco, il fratello Giovanni( lo stesso Nanni Moretti), ingegnere, che assiste con lei la madre, sempre più debole e malata, in ospedale. Come se non bastasse, Margherita dovrà affrontare una separazione e i problemi adolescenziali della figlia Livia; il fratello è invece in una situazione lavorativa complessa. Non male come inizio.

La scelta del soggetto, scritto a quattro mani da Moretti stesso e da Chiara Valerio, Gaia Manzini, Valia Santella ( ma la sceneggiatura è stata scritta solo dal regista, la Santella e Francesco Piccolo), era nata già dopo le riprese di Habemus Papam.  Dice di essere sempre stato fermamente convinto di volere una protagonista femminile nei panni di una regista per il suo prossimo lavoro. Interessante scelta, visto che Margherita si muoverà e parlerà molto probabilmente ( è addirittura già intuibile nel trailer) ” alla Moretti”.  Quindi perchè scegliere un interprete femminile, Margherita Buy nello specifico? “Perchè è molto più brava di me” dichiara convinto il regista.  Non che avessimo dubbi, ma siamo comunque contenti della scelta perché di bravura ce ne sarà davvero bisogno. La sua protagonista infatti, tentennerà sul “doppio binario”- ora gelido, ora arroventato- di autrice di un film solido, ben strutturato e di figlia, madre e sorella in un momento estremamente critico e fragile della propria vita. Emerge dunque un’interessante cesura tra la solidità professionale della protagonista e il suo profondo senso di inadeguatezza sul piano umano.

Due parole sul cast, davvero notevole e internazionale. Nei panni dell’industriale e protagonista del film di Margherita, troveremo infatti John Turturro, ormai italiano di adozione dopo il bellissimo Passione ( documentario sulla musica napoletana) ed anch’egli regista. La madre di Margherita e Giovanni sarà invece la bravissima Giulia Lazzarini, apprezzata attrice del Piccolo Teatro. ” Non solo ha capito me, ma è riuscita a capire anche mia madre” ha detto Moretti, che ha trasposto la morte della madre Agata Apicella (professoressa di latino e greco al Ginnasio Visconti di Roma) in una pellicola rispetto la quale, come regista, come autore e come attore, sembra quasi voglia mostrare distacco più che palesarne le origini. Il che non è necessariamente un male. “Dopotutto, si tratta di un film. La vita è ben diversa” ci ricorda Moretti stesso.

La trama è destrutturata, sempre in bilico tra certo ed incerto, tra realtà soggettiva e oggettiva, in netto contrasto con le prime pellicole ( Io sono un autarchico,Ecce Bombo)  dall’approccio rigoroso e a camera fissa, come per evidenziare la messa in scena e l’espediente filmico. Da queste origini “rigoriste” infatti, Nanni Moretti ha sempre cercato un maggiore rapporto con lo spettatore e con le emozioni fino ad arrivare a girare i primi film con una vera e propria “trama” e una narrazione. Comincia dagli anni Ottanta il suo lavoro con Sandro Petraglia, di cui sono figli Bianca e La messa è finita. Poi la “rivoluzione” contro la scrittura accademica dei film, e le pellicole narrativamente libere, quasi un ritorno alle origini, ma più “da sala cinematografica”.

Analizzandone la trama e il percorso artistico del suo creatore, si può quasi considerare questa pellicola come parte di un “secondo filone” del cinema di Moretti, già iniziato con Bianca, che vede come suo “film simbolo” il pesante La stanza del figlio. Un qualcosa di diverso, più profondo, un quasi-melò. E ricordiamoci che parliamo di un regista che ha considerato l’elemento polemico e politico, di cui sembrano comunque esserci tracce in quest’ultimo lavoro, come un caposaldo essenziale del suo fare cinema. Provate a scindere Moretti dal sarcasmo spesso geniale, dalla vena polemica e dalle pungolate e sfuriate sociopolitiche che ne hanno caratterizzato la produzione. Impossibile vero? Eppure si cambia, non solo come autori, ma anche come persone.

Anche per questo film Nanni Moretti ha scelto una colonna sonora coinvolgente, sulla quale spicca la canzone “Baby’s Coming Back to Me” di Jarvis Cocker, l’ex cantante dei Pulp (inserita nel trailer ufficiale del film). Mia madre potrebbe inoltre essere selezionato in concorso al Festival di Cannes 2015 (in passato il regista ha già partecipato alla kermesse con La stanza del figlioIl caimano e Habemus Papam ) ma al momento non ci sono conferme né smentite.

Di seguito, il trailer del film: