L’omicidio della ventinovenne dominicana Libanny Mejia Lopez e del suo bambino di 4 anni, Denzel Leandro, è avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 marzo per mano di Victor Hugo Menjivar Gomez, 37 anni, un vicino di casa salvadoregno, sposato e con una moglie che allora era incinta all’ottavo mese.
L’uomo, sotto l’effetto dell’alcol, aveva minacciato Libanny con un coltello lungo 15 centimetri e poi l’aveva violentata. In seguito l’ha uccisa perché lei l’aveva minacciato di raccontare tutto a sua moglie.
Poi ha inseguito in bagno il bambino della giovane, Leandro, che era presente sulla scena, e ha sgozzato anche lui perchè era un “testimone scomodo”.
L’assassino è reo confesso, ma ad inchiodarlo è stata soprattutto la testimonianza di suo figlio, coetaneo e amichetto di Leandro, con il quale stava giocando in cameretta mentre i due genitori erano in soggiorno. “La mamma di Denzel piangeva molto e urlava”, ha detto il bambino. “Anche io mi sono messo a piangere e anche Denzel. Io chiamavo il mio papà, Denzel chiamava la sua mamma. Poi mio padre”, ha proseguito il piccolo, “è venuto a prendere Denzel che gridava molto, chiamava la sua mamma”. “Dopo ho visto che mio padre si toglieva la camicia sporca di un colore rosso come il sangue della tigre”.
Oggi Menjivar Gomez è stato condannato all’ergastolo anche se è stato seguito il rito abbreviato. La decisione è stata presa dal giudice per l’udienza preliminare Maria Cristina Mannocci, che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Gianluca Prisco. I reati ascritti al salvadoregno sono violenza sessuale aggravata dall’uso di armi e di sostanze alcoliche e duplice omicidio aggravato perché commesso per garantirsi invano l’impunità. Dato che è stato applicato il rito abbreviato, l’ergastolano non starà in isolamento.