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Non è l’Arena chiusura: ecco i reali motivi

Continua a monopolizzare l’attenzione dei media la chiusura improvvisa di Non è l’Arena che ha sorpreso sia Massimo Giletti che la redazione del format. In alcune dichiarazioni il giornalista si è detto disposto a chiarire le cose al momento opportuno, ha anche rivelato che presto la situazione assumerà connotati diversi.

Giletti si è schierato soprattutto dalla parte dei suoi collaboratori che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza lavoro, è per loro che si batterà. Inoltre il nome del giornalista è stato legato a quello di Fabrizio Corona che gli avrebbe venduto delle chat riferite a personaggi mafiosi. Oggi Il Foglio ha provato a fare chiarezza sulla situazione e ha rivelato le vere ragioni che hanno indotto Cairo a liquidare, in modo così rapido, Giletti e il suo seguitissimo Non è l’Arena.

Massimo Giletti faceva perdere una barca di soldi a Urbano Cairo” ha scritto sul quotidiano Salvatore Merlo  che ha anche aggiunto che il talk ha registrato un bassissimo cachet d’introiti pubblicitari: “…circa 150mila euro per ogni puntata“. Insomma l’azienda ha deciso di tagliare i costi e ha cominciato dal talk di Giletti. Non ci sarebbe nessun retroscena o qualcosa di segreto anche se questo non spiega la fretta avuta dall’azienda.

Massimo Gilletti vs Cairo botta e risposta cortese

Massimo Giletti si è prodigato solo per i suoi 35 collaboratori che si sono trovati disoccupati senza preavviso. A prescindere dai motivi che hanno dato vita a questa situazione è certo che il caso non è stato gestito al meglio. E se Giletti si è mostrato grato a Cairo per gli anni di lavoro vissuti nell’azienda, la rete ha ribadito che il giornalista ha sempre avuto libero movimento.

I vertici di Cairo hanno poi augurato ai giornalisti di trovare un posto di lavoro simile a quello offertogli da La7. Il botta e risposta tra le parti in causa è sicuramente cortese e secondo alcuni cela spiegazione più approfondite rispetto a quelle date da Il Foglio.

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