Open Fiber e fibra ultraveloce: il futuro è con Tim?

Tim e Open Fiber potrebbero fondersi per potenziare la fibra ottica ultraveloce

Open Fiber  è un’azienda con sede a Roma che sta realizzando una rete di connessione Internet a banda ultralarga in oltre ottanta città. La fibra super veloce è destinata a rivoluzionare l’uso di internet e gli operatori della comunicazione puntano a rafforzarsi nel settore anche attraverso fusioni societarie.

Tim mira a un legame sempre più stretto con Open Fiber

L’interesse di Tim nei  confronti di Open Fiber e della fibra ultraveloce ha scatenato crescenti indiscrezioni giornalistiche e l’azienda telefonica ha quindi rotto gli indugi con un comunicato stampa che precisa la strategia di Telecom Italia Mobile.

- Advertisement -

Tim informa di aver sottoscritto un accordo di confidenzialità con cassa Depositi e Prestiti (CDP) ed Enel per valutare forme di integrazione delle reti in fibra ottica con Open Fiber, anche attraverso operazioni societarie.

Il punto chiave è verificare se l’operazione sia fattibile, definendo modi e perimetro della nuova attività, in base alle norme e regolamenti in vigore.

- Advertisement -

Open Fiber punta tutto su FTTH

Da tempo, gli italiani si arrovellano sui due acronimi inglesi FTTC e FTTH, che sembrano usciti da un film di spionaggio.

Più semplicemente, la fibra ottica sta facendo un salto nel futuro passando dalla tecnologia FTTC (fiber to the cabinet) al nuovo sistema FTTH (fiber to the home).

- Advertisement -

Nel primo caso, il servizio in fibra ottica funziona attraverso una cabina di zona gestita da uno dei vari operatori telefonici con una velocità massima tra 100 e 200 MB al secondo in download.

Nel secondo, la modernizzazione della rete, l’esperienza consolidata e la diffusione sempre più capillare, permettono al sistema FTTH di Open Fiber di entrare direttamente nei palazzi e singoli appartamenti, offrendo la fibra ottica ultraveloce, senza dipendere dalla cabina di zona.

La velocità in download balza fino a 1 GB al secondo, aumenta prestazione e stabilità con la prospettiva di scaricare musica e interi film in pochi secondi sul proprio computer o dispositivo mobile.

Il salto di qualità interessa anche le aziende, considerando che commercio, marketing e transazioni viaggiano sempre più in rete e le connessioni lente sono un grave ostacolo in un’economia globalizzata.

Le possibili mosse di Tim per acquisire Open Fiber

Le pedine si stanno muovendo sulla scacchiera perché Open Fiber è già partner di importanti operatori tra i quali Vodafone, Fastweb, Wind e 3. E’ quindi probabile che Tim non disdegnerebbe acquisire completamente Open Fiber.

Da qui scaturisce la necessità di accordarsi con Enel, che la controlla al 50%, mentre l’altra metà appartiene a cassa Depositi e Prestiti.

Secondo le voci di corridoio riportate da Digital Day, quotidiano dell’high tech, l’amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi potrebbe chiedere il via libera agli azionisti già durante il prossimo consiglio di amministrazione convocato il primo agosto.

Scenari e prospettive dell’integrazione Tim Open Fiber

L’unificazione delle due reti in fibra, secondo Digital Day, cambierebbe molto anche gli  equilibri azionari, riportando Tim in mani italiane. Cassa Depositi e Prestiti ne diventerebbe infatti il primo azionista, superando le quote della francese Vivendi.

In questo caso, dalle parti dell’Eliseo non farebbero troppi salti di gioia, ma certamente l’operazione è importante e complessa, perché bisogna stabilire il corretto valore di Open Fiber che oscilla tra un minimo di tre miliardi fino a 8, secondo una valutazione di Mediobanca.

È quindi necessario muoversi con i piedi di piombo, secondo un accordo di confidenzialità, che valuti ogni aspetto per capire se l’accordo tra Tim, Enel e CDP andrà presto in porto.

I dubbi sull’operazione Tim Open Fiber alimentano il dibattito

Molti consumatori temono che Tim possa avere un ruolo privilegiato rispetto agli altri operatori acquisendo Open Fiber e temono che la libera concorrenza possa risentirne.

Non tutti sembrano però così preoccupati perché lo scorporo della rete in fibra di TIM e la fusione con Open Fiber, per la creazione di un unico operatore Wholesale, non sarebbe sotto il predominio monopolistico di Telecom Italia Mobile.

L’operazione, infatti, dovrebbe restare prevalentemente sotto controllo statale, data la presenza di CDP ed Enel, e considerando che la fibra ottica è ormai diventato un asset strategico per ogni Paese. Inoltre, la “new company” dovrà anche affrontare il problema antitrust.

In questo modo, la divisione retail di Tim, che si occupa della vendita al dettaglio, resterebbe autonoma e continuerebbe a confrontarsi con gli altri concorrenti secondo le regole del mercato.

Molto resta da definire e ai posteri spetta l’ardua sentenza che, tuttavia, potrebbe cominciare a delinearsi già prima della pausa ferragostana.

Leggi anche: https://www.quotidianpost.it/iliad-spusu-operatore-virtuale/