Procedura d’infrazione: l’Italia usa risparmi e tasse

L'esecutivo Conte cerca di scongiurare la procedura d'infrazione con risparmi e tasse. Basterà?

Il rischio della procedura d’infrazione per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia potrebbe allontanarsi? Presto per dirlo ma qualcosa forse è cambiato rifacendo i conti.

Procedura d’infrazione e speranza dai conti.

Il governo di Giuseppe Conte ha rivisto le stime al rialzo e spera di scongiurare la procedura d’infrazione per deficit eccessivo. La notizia Ansa é comparsa sui giornali tra luci e ombre.

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Il premier spara a raffica una serie di risultati positivi che porterebbero l’Italia nuovamente entro i limiti del patto di stabilità. In sintesi:

  • I conti pubblici migliorano
  • Il deficit è in calo
  • Aumentano le entrate
  • Diminuisce la disoccupazione
  • Lo spread tra Btp e Bund tedesco è sceso a 225 punti dopo un periodo altalenante
  • Il rendimento del titolo decennale italiano è 1,89%
  • Un provvedimento urgente e lieve crescita economica potrebbe riportare il disavanzo dal 2,4% al 2,04 concordato con Bruxelles per il 2019

Il sostegno del presidente della Repubblica

All’apparenza, sembra che la svolta sia realistica con l’allontanamento dello spauracchio della procedura.

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è sceso in campo lodando la nostra performance economica e definendo ingiustificata l’apertura del procedimento.

La procedura d’infrazione s’infrange sulla solidità italiana?

Da palazzo Chigi si ribadisce che il miglioramento si deve ai fondamentali molto solidi dell’economia italiana.

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Il documento di economia e finanza prevede un taglio dell’indebitamento netto di 7,6 miliardi, però a farne le spese sarebbero reddito di cittadinanza e quota 100, in gran parte congelati, almeno quest’anno, per concentrare gli sforzi sul risanamento finanziario.

Governo stretto a tenaglia tra rischio procedura d’infrazione e programmi dei vicepremier

Luigi Di Maio e Matteo Salvini non sembrano entusiasti all’idea di ridimensionare i loro cavalli di battaglia. La stessa flat tax al 15%, più volte annunciata, sembra allontanarsi sempre più dalla versione originale, mentre Salvini continua a difendere l’impalcatura iniziale della legge.

La procedura d’infrazione tenuta sotto controllo grazie a risparmi e tasse

Il saldo primario per il 2019 dovrebbe assestarsi su circa 49 miliardi, superiore alle previsioni, grazie anche al fabbisogno che scende di 8 miliardi rispetto al primo semestre 2018.

Il problema però riguarda le misure una tantum che spaziano dal contrasto all’evasione alle maxi cedole delle partecipate statali.

Cantare vittoria per l’aumento delle entrate fiscali, non garantisce un 2020 altrettanto roseo e qui si gioca la vera partita.

La procedura d’infrazione seguirà il suo iter?

Secondo i responsabili economici della Ue, la procedura si può evitare solo se l’Italia  dimostrerà di volere correggere i conti con impegno affidabile e costante.

L’Iter dell’eventuale procedura d’infrazione è comunque lungo. Il primo passo sarà la discussione tra una settimana che coinvolge i ministri finanziari di tutti i Paesi Ue. Ulteriori decisioni potrebbero slittare all’autunno.

A dire il vero, le procedure d’infrazione avviate fino ad oggi verso alcuni Paesi si sono del tutto arenate, ma l’Italia è nel mirino per l’alto debito pubblico e la mancanza di una chiara strategia economica a lungo termine che alimenta l’incertezza dei partner e sui mercati.

La procedura d’infrazione s’innesta sulla crisi della nuove generazioni

Lo spauracchio agitato della procedura d’infrazione complica uno scenario di estrema precarietà. Gli italiani tra 20 e 50 anni oscillano tra momenti di lavoro più fruttuoso, certificati dall’Istat, a periodi bui.

Le statistiche ci hanno ormai abituati a queste altalene continue. La ragione principale riguarda la rivoluzione del mercato del lavoro: si riducono gli impieghi tradizionali a vita in favore di professioni nuove, spesso autonome, orientate ai servizi personalizzati alla clientela.

Le nuove tecnologie impongono una trasformazione a velocità crescente, al punto che due terzi degli alunni delle elementari svolgeranno da adulti una professione che ancora non esiste.

Ma in assenza di una grande riforma a livello fiscale e burocratico, i più giovani, ma anche gli ultracinquantenni, lavorano in modo più saltuario con guadagni scarsi e pochi contributi pensionistici.

il 61% dei giovani tra 18 e 35 anni dipende largamente dall’aiuto dei familiari e una riduzione di 0,1% tra gli inattivi su base trimestrale non è una vittoria clamorosa.

La procedura d’infrazione, anche non andasse in porto, produce comunque effetti che si scaricano pesantemente sulla debolezza strutturale italiana e sul futuro dei giovani.

L’Italia è vulnerabile alla speculazione, che alimenta una forte spesa per interessi sul debito, rispetto ai concorrenti tedeschi, e drena risorse enormi, sottratte al rilancio dell’economia.

Il governo proietta verso l’esterno un grande ottimismo per alcuni segnali di crescita e i risparmi messi a segno quest’anno, ma le tensioni tra Lega e 5Stelle sono sempre più evidenti.

Giustizia, riforme ed economia sono spesso terreno di scontro, costringendo l’esecutivo a navigare a vista, con o senza procedura d’infrazione.