Quando lo smartphone ti ruba la vita

Considerazioni su un dispositivo che fa più di quanto dovrebbe

Gli anni 90 sono stati un periodo davvero particolare. Hanno rappresentato un momento di transizione tra il passato ed il futuro. I media cominciavano ad entrare a gamba tesa nella routine quotidiana ed il tempo sembrava scorrere tranquillo e leggero.

Erano sicuramente anni diversi, ma anche particolari: si era particolarmente liberi. Negli anni 90 iniziava però a diffondersi prepotentemente il cellulare ed i teenager iniziarono a passare le loro giornate tra uno squillo ed un sms.

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L’arrivo dello smartphone e l’inizio della fine

Quello fu il momento in cui tutto ebbe inizio. Col passare degli anni la tecnologia si fece sempre più sofisticata. Dai gloriosi Nokia 3330 si passò rapidamente ai telefoni a colori (all’epoca costosissimi e che erano visti come uno status symbol). Infine si arrivò agli smartphone, e fu l’inizio della fine.

Eccessivamente catastrofico? Forse. Ma è possibile fare alcune considerazioni al riguardo. Lo smartphone non è più un telefono in grado di migliorare la qualità della vita grazie alle sue migliorie, no. Lo smartphone è qualcosa che ti ruba la vita. Non è più un semplice dispositivo, è un qualcosa da consultare in maniera compulsiva, automatica, obbligata.

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Un continuo estrarlo dai blue jeans per controllare l’arrivo di messaggi che però non ci sono. È solo un’illusione. Un condizionamento dell’uomo moderno. Il cellulare è divenuto smart, ma nello stesso tempo fa perdere il contatto con la realtà. Cene che non si vede l’ora di finire solo per tornare a stare su Facebook a condividere gattini. I più sfrontati osano l’utilizzo dello smartphone anche a tavola.

La trappola dell’uomo moderno

Il telefono avrebbe dovuto avvicinarci, ma sta lentamente allontanandoci, rendendo l’uomo moderno schiavo di qualcosa che ha creato. L’uomo crea i suoi veleni e poi ci si affoga, crogiolandosi nella sua dipendenza. Se si utilizza lo smartphone per ricordarsi quando bere (si, esistono app per questo), per trovare risposte rapide ai quesiti, per ricordare le date importanti: a cosa ci serve ancora pensare?

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Questa non intende essere una critica alle nuove tecnologie. Questa vuole essere una riflessione. Forse dovremmo essere noi a diventare più “Smart” e renderci conto che stiamo perdendo il contatto con la vita.