Le Fiamme Gialle di Reggio Calabria stanno eseguendo 4 provvedimenti di misure cautelari nei confronti di 3 imprenditori e un carabiniere, finiti ai domiciliari. Sono tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa.
Oltre ai quattro arrestati risultano indagate dieci ulteriori persone, tra cui funzionari del comune di Reggio Calabria.
Parallelamente, i finanzieri stanno eseguendo il sequestro di 11 aziende attive nel settore edile per un importo complessivo pari a €10 milioni. Bloccati immobili, conti correnti attivi, macchinari, autoveicoli e preziosi.
Le indagini avrebbero svelato l’esistenza di una cordata d’imprenditori edili che, grazie alla complicità di alcuni funzionari dell’amministrazione cittadina, sarebbero riusciti ad aggiudicarsi alcune commesse di edilizia pubblica. Gli imprenditori sarebbero molto vicino alla ‘ndrangheta.
Stanti le indagini, il sistema illegale avrebbe procurato favoritismi agli imprenditori a fronte di regalie corrisposte ai funzionari pubblici, in un rapporto protrattosi nel tempo di “do ut des”. A.M., carabiniere appuntato 43enne originario di Napoli, è finito nel blitz. Sarebbe accusato di concorso esterno con la ‘ndrangheta. Secondo la Direzione Antimafia, l’uomo sarebbe stato al servizio della moglie di un pentito, ritenuta esponente di spicco delle cosche. Mentre la donna si trovava agli arresti domiciliari le avrebbe fornito apparecchiatura tecnica utile a garantirle libertà di movimento e bonifica da microspie. L’uomo è stato arrestato con il supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia