Saw l’enigmista, il 10° anniversario si festeggia questa sera al cinema

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Torna indietro, di 10 anni. Probabilmente, se stai leggendo questo articolo ispirato a “Saw l’enigmista”, anche tu hai fatto parte di quel pubblico che, nel lontano 2004, ha assistito esterrefatto ad uno dei finali a sorpresa più inaspettati e disarmanti della storia del cinema moderno.

Adam Faulkner ed il dottor Lawrence Gordon non erano soli e non lo sono mai stati, per tutta la durata del film. Un costante susseguirsi di sospetti, dubbi ed indizi trascina i due protagonisti in un vortice di mistero dal quale sarà impossibile venir fuori facilmente. Qui non ci sono aiuti da parte di un computer o del pubblico, ma gli unici elementi a cui aggrapparsi per risolvere il gioco sono la paura e la voglia di vivere.

Negli anni a seguire, “Saw l’enigmista” è diventato un vero e proprio fenomeno cinematografico e di marketing: dai successivi episodi emerge chiaramente la tendenza dei registi a mettere in scena lo splatter più duro, raccapricciante ed impensabile. Tuttavia, l’intento iniziale era quello di dar vita ad una pellicola avente come punto di forza la trama, finalizzata alla riflessione; il filo conduttore che però ha caratterizzato i sequel è stato invece l’esplorazione di un “torture-porn” sempre più efferato e profondo.

Pensare poi che, in principio, Saw l’enigmista non era altro che un corto di appena 10 minuti: nonostante la breve durata di questo lavoro, erano già presenti le prime avvisaglie del talento creativo di James Wan, a cui bisognerebbe sicuramente dare il merito di aver creduto in questo progetto fino in fondo. Il debutto sul grande schermo ha poi definitivamente consacrato il valore di questo regista.

L’idea di base del primo film è straordinaria ed originale, così come l’insegnamento che ci viene trasmesso. Si sa, per imparare qualcosa di importante bisogna spesso subire delle forti batoste e “Saw l’enigmista” rappresenta proprio questo: un pugno nello stomaco che ci lascia inermi dinanzi all’accadere di ciò che, fin dall’inizio, credevamo non fosse possibile. A distanza di tempo, riscoprire un simile capolavoro può essere d’aiuto non soltanto al pubblico, ma anche agli innumerevoli “pseudo-registi” che basano la propria carriera esclusivamente su remake di grandi successi del passato o su idee che viaggiano perennemente a stretto contatto con banalità e prevedibilità. Per cui, buon anniversario al vero cinema.


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