Solo un miracolo per il piccolo Julen

Ore drammatiche in Spagna: si lavora con la massima urgenza nella terra profonda della montagna, per recuperare dal pozzo il piccolo Julen Jimenez : "L'importante è arrivare al sito il prima possibile, o con un'opzione o un'altra", ha spiegato  Escobar. Gli sforzi si sono concentrati nelle ultime ore nello scavo verticale.

Julen,  caduto in un pozzo infernale

Il pozzo infernale dove è caduto il piccolo Julen, a Totàlan in Spagna

Per il piccolo Julen Jimenez Ã¨ stato come cadere dalla cima di un edificio. Con l’eccezione che dal tetto di un edificio si vede la fine, mentre di una fossa larga 25 centimetri di diametro e profonda circa 113 m è impossibile: il profondissimo e stretto pozzo infernale  in cui Julen è caduto domenica mattina, sembra averlo inghiottito fino a 80 metri di profondità.

Ci sono dozzine di macchine, giornalisti, guardie civili e forze di polizia ovunque in questo momento a Totàlan, il paese di campagna che sta vivendo una tragedia: da 110 ore si sta scavando per estrarre il piccolo. Nel pozzo ci sono operai, minatori e squadre di soccorso, impiegati in un impresa delicatissima e in una lotta contro il tempo. Molti hanno raddoppiato il proprio turno, molti hanno accumulato più di un giorno intero senza dormire. In questa zona in mezzo al campo, durante tutta la notte, si sentono solo i rumori delle macchine.

- Advertisement -

Da 5 giorni nel buio del pozzo

Anche la famiglia è ancora lì: Vicky e José, i genitori, ricevono assistenza psicologica continua,mentre aspettano che Julen venga estratto vivo.  Non esiste tregua per questa coppia che due anni fa aveva già pianto la morte di un figlio di tre anni, per un arresto cardiaco improvviso.

Siamo al quinto giorno di ricerca del piccolo Julen e l’operazione di recupero è molto complessa a causa della geografia e dalla geologia del terreno. Le macchine hanno grosse difficoltà a raggiungere il pozzo. Juan Lopez-Escobar, Direttore Generale dell’Associazione degli Ingegneri delle Miniere del Sud  e membro del del team di ingegneri che ha il compito di eseguire gli scavi necessari per raggiungere Julen, ha spiegato in un’intervista al giornale spagnolo El Pais lo stato effettivo delle operazioni di recupero:

- Advertisement -

L’obiettivo è raggiungere il bambino e sono in corso due tunnel. Non è più importante l’uno o l’altro, lavoriamo in entrambe le ipotesi. Il primo che arriva, meglio è. Da un lato, v’è un tunnel orizzontale, e poi una galleria verticale. Entrambi servono per presentare i minatori e portarli dove è Julen”.

Il team di minatori sta già facendo i test, controllando la comunicazione e preparandosi per un “entrata immediata” non appena i tunnel sono pronti. Sono grandi specialisti e sono guidati da Sergio Tuñón, della brigata Hunosa .

- Advertisement -

Un immane dispiegamento di mezzi

Ieri purtroppo la situazione ha subito un arresto a causa di alcune frane del terreno. Il lavoro è molto complesso e ha una parte di ingegneria civile e un altra, di ingegneria mineraria. Il team di Ingegneri Civili sta svolgendo il lavoro civile, di accesso al luogo, mentre i compagni di Minas coordinano la pattuglia mineraria che effettuerà l’ultima sezione del tunnel.

L’importante è arrivare al sito il prima possibile, o con un’opzione o un’altra“, ha spiegato  Escobar. Pertanto, gli sforzi si sono concentrati nelle ultime ore nello scavo verticale. Poco prima delle dieci di questa mattina, i tubi di grandi dimensioni che aiuteranno in questo lavoro sono stati scaricati.

Per eseguire il tunnel parallelo, gli escavatori continuano a ridurre il livello della pendenza di 30 metri : da lì, una perforatrice entrerà per fare un tunnel di 1, 2 metri di larghezza fino a 71 metri di profondità. La Brigata di soccorso minerario sarà incaricata di scavare manualmente gli ultimi quattro metri per raggiungere il piccolo Julen a circa 80 m di profondità.

Gli operatori sanno di dover realizzare un’impresa: un’operazione di recupero come questa può durare giorni, ma loro devono compierla il prima possibile. Sono state intraprese soluzioni di ingegneria civile che, in condizioni normali, non potrebbero essere intraprese in meno di un mese. Un imponente dispiegamento di mezzi e soluzioni di efficacia in tempo record.

Si sta cercando di lavorare nella terra profonda e rimuovere il materiale della montagna, pensando innanzitutto alla protezione del bambino che si trova lì sotto, questo concetto traspare nelle parole di Escobar, che ha insistito per lavorare nella massima urgenza e senza improvvisazione.

Si spera in un miracolo in queste ore. Alla domanda “c’è speranza di trovarlo vivo?”, Escobar risponde: ” Il padre parla di un angelo custode. Spero che si prenderà cura di lui“.

di Monica Ellini