Stefano Cucchi: modificate note su stato di salute

Cinque carabinieri a processo per aver falsificato, nel 2009, il verbale sulla morte del geometra romano ucciso durante la custodia cautelare.

Ieri, 17 Aprile 2018, sono stati ascoltati, come testimoni, due militari. A quanto sembra, i vertici dell’arma sarebbero già stati a conoscenza del pestaggio subito da Cucchi, prima che il caso suscitasse l’attenzione della magistratura e della stampa.

Gianluca Colicchio, piantone di Tor Sapienza,  il 26 ottobre del 2009 alle 18.40 annotò:

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“Trascorsi circa 20 minuti Cucchi suonava al campanello di servizio presente nella cella e dichiarava di aver forti dolori al capo, giramenti di testa, tremore e di soffrire di epilessia”

 Gli stessi vertici fecero sì che la vicenda venisse presentata in una versione arbitraria nelle varie informative destinate alle autorità giudiziarie. Risultava infatti che

“Cucchi dichiarava di soffrire di epilessia, manifestando uno stato di malessere generale verosimilmente attribuito al suo stato di tossicodipendenza e lamentandosi del freddo e della scomodità della branda in acciaio”.

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Colicchio ha dichiarato di aver riconosciuto la propria firma su entrambi i verbali ammettendo però che quest’ultima versione non corrisponde a verità. Il Pm Giovanni Musarò ha ascoltato le deposizioni di due testimoni nel corso del processo bis in corte d’assise. I cinque carabinieri a processo sono accusati di aver massacrato Stefano Cucchi, di aver falsificato il verbale e di aver incolpato tre agenti della polizia penitenziaria dell’aggressione. Tre dei carabinieri a processo sono accusati di omicidio preterintenzionale per la morte  del giovane romano.

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