Taranto – La bellezza della città che fu, illustrata nelle opere del Prof. Girardi

La mostra e l'intervista al Prof. Filippo Girardi

L’esposizione artistica di Filippo Girardi

L’arte, la storia e Taranto, un trinomio perfetto simbolo d’amore per la città dei due mari

L’arte incontra la bellezza di Taranto e la illustra mediante le opere del Prof. Filippo Girardi.

Una mostra interamente dedicata alla storia della città dei due mari, un secolo riprodotto pittoricamente attraverso le raffigurazioni dell’artista, il quale, a seguito di un lavoro eccelso, meticoloso e peculiare sulla storia tarantina, ha saputo evidenziare alcuni tratti della Taranto che fu.

Dettagli che non possono passare inosservati e che, oltretutto, dovrebbero essere maggiormente valorizzati al fine di tramandare ai posteri la magnificenza che ha decorato e, altresì, corredato (date le molteplici colonizzazioni visto il punto strategico in cui è posta il capoluogo ionico) questa meravigliosa città (e non solo).

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La parte evidenziata di giallo, venne rimossa per fare spazio all’Arsenale

“La dignità dell’artista sta nel suo dovere di tener vivo il senso di meraviglia nel mondo – Gilbert K. Chesterton“.

“Arte è quando la mano, la testa, e il cuore dell’uomo vanno insieme” John Ruskin

Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista – San Francesco d’Assisi“.

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Questo il laborioso e impegnativo lavoro svolto dal Prof. Girardi, il quale ha gentilmente risposto alle nostre domande, rendendosi alquanto disponibile.

Intervista all’artista

L’arte: una passione innata o maturata nel tempo? Ci descriva l’idea e/o il concetto che ha dell’arte.
L’arte è innata e con il passare degli anni matura sempre più. L’arte è concettuale perché l’artista osserva, riflette, si esprime e spiega la società che lo circonda“.
Da dove nasce l’idea di ripercorrere la storia tarantina attraverso la rappresentazione grafica-pittorica divenuta, poi, una sorta di personale?
L’interesse per la storia di Taranto è scaturito dall’osservazione dell’ambiente degradato e dalla lettura di alcuni libri da cui ho iniziato la ricerca storico-artistica sino a oggi“.
Quanto tempo ha dedicato alla ricerca delle informazioni e delle immagini (curate minuziosamente nel dettaglio) esposte durante la mostra?
Sono anni di studio e ricerca, a partire dal volume edito dalla cooperativa <Punto Zero> intitolato: “Aspetti di Geografia umana del territorio Pugliese nei secoli XVIII e XIX attraverso carte geodetiche, idrografiche, topografiche e mappe allegate ai rogiti notarili conservati negli archivi di stato. (Ricerche e trascrizione della Dott.ssa Cosma Chirico) anno 1980. In seguito, ho visionato un libro intitolato “Sulla via che mena al Pizzone” della Dott.ssa Cosma Chirico pubblicato dalla Scorpione Editrice anno 2001. Questo piccolo libro ha arricchito il mio orizzonte culturale, infatti descrive tramite gli atti notarili sia laici che religiosi, le vicende delle famiglie nobili vissute a Taranto nel secolo dei “Lumi”; inoltre, tramite le illustrazioni di mappe disegnate dai Tavolari Regi e Agrimensori, personaggi dotati di elevato spessore artistico.
Tra loro viene evidenziata la figura del “Magnifico” Aniello Boccarelli Regio Tavolario vissuto a Taranto nel XVIII secolo. Ho imparato a conoscere la figura di Mons. Giueppe Capecelatro Vescovo di Taranto, personaggio ed eccelso autore di trattati che riguardano la maricoltura e fondatore della scuola di Agraria nel seminario Tarantino, costruì sul promontorio denominato “Punta S. Lucia” una villa di “delizie”, la struttura guardava il primo seno del mar Piccolo. Nella mia descrizione grafica è posizionata nel centro della tavola principale. Per realizzare le immagini, ho impiegato diversi mesi, superando notevoli difficoltà tecniche e artistiche curando nei dettagli l’aspetto paesaggistico“.
La Villa vista da dietro
La parte frontale della Villa
L’esposizione rientra nella rassegna “Settimana Europea del Mare ” concepita dalla Fondazione Michelagnoli, cosa si sente di aggiungere in merito a questa iniziativa? Secondo Lei, c’è bisogno di valorizzare il passato (sia dal punto di vista storico-culturale che artistico)? Se la Sua risposta dovesse essere affermativa, potrebbe spiegare in che modo?
L’esposizione rientra nella rassegna, perché le opere da me realizzate sono una testimonianza di un mondo ricco di vita dove la natura aveva un ruolo importante. Il messaggio che l’artista trasmette è un monito alle future generazioni, affinché proteggano con la conoscenza quel poco che resta. C’è bisogno di diffondere attraverso le immagini, il passato storico ricco di identità e riscoprire il gusto del bello tramite l’arte”.
Si ringrazia Salvatore Lupo per la gentile ed eccelsa concessione fotografica, grazie alla quale abbiamo visivamente ripercorso e ammirato le opere del Prof. Girardi.