I primi paesi dove scientificamente si parlò di una terza ondata Covid furono gli Stati Uniti, la Francia e l’Inghilterra. Negli Usa, abbiamo visto come ad ottobre e novembre, erano stati realizzati dei grafici che tenevano conto dei comportamenti a rischio in un momento dove produttività ed esigenze fondamentali, come l’andare a scuola, muove le persone, le mettono a contatto tra strade, mezzi di trasporto e servizi pubblici.
L’intervista a David Nabarro OMS in Svizzera
A parlare ufficialmente di una terza ondata Covid, non nell’anno in corso, ma nel 2021 è David Nabarro per l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. L’inviato speciale è stato intervistato dai quotidiani svizzeri e ha “sgridato” il paese elvetico per le troppe aperture, l’Europa in generale perché non contrasta efficacemente il contagio. Ha lodato i paesi asiatici per le scelte effettuate e per come stanno contenendo il Covid-19 influenzando positivamente le popolazioni, il primo paese da prendere in esempio è la Corea del Sud secondo l’inviato.
Terza ondata Covid 2021, ecco che cosa ha detto all’Europa
“Ora abbiamo la seconda ondata. Se i governi non prenderanno provvedimenti adeguati avremo presto una terza ondata.”
La Svizzera, secondo Nabarro, ha sbagliato a non chiudere gli impianti sciistici e non adeguare le strutture sanitarie alla seconda ondata del virus. Cinquemila contagi giornalieri sono in una settimana è un dato preoccupante, le strutture mediche rischiano di collassare. È necessaria una strategia di controllo più solida e residenziale, questo permetterebbe ai positivi di risalire alle persone da cui potrebbero essere state contagiate o chi potrebbero aver contagiato. “Bisogna definire le responsabilità in modo più chiaro. Mi sorprende che il Covid non sia trattato come un’emergenza nazionale.”
Il plauso alla Corea del Sud
Il metodo della Corea del Sud per contenere i contagi è stato descritto da molti giornali ed esperti. Il distanziamento sociale è stato rafforzato nell’area di Seul e nella regione sud-occidentale.
Nabarro ha lodato la risposta dei Paesi asiatici alla pandemia, i contagi ora sono tenuti sotto controllo e contenuti a numeri molto bassi. Ecco la ricetta che si dovrebbe ripetere:
“Tutti si sono impegnati: mantengono le distanze, indossano le mascherine, isolano i malati, si lavano le mani e puliscono le superfici. Inoltre proteggono i più deboli“.