Ogni anno sono tantissimi i clochard che perdono la vita uccisi dal freddo e dagli stenti, per le strade delle città.
La pandemia ha acuito il problema, perché volenti o nolenti i centri di accoglienza devono contingentare le entrate, e molti senzatetto finiscono per rimanere senza un rifugio per la notte.
È un bilancio che getta nel baratro le coscienze, ma una realtà al contempo purtroppo esistente. A pagare a caro prezzo per questa situazione, questa volta è stato un clochard di Genova. L’uomo dormiva in un riparo di fortuna, vicino al fermata di un autobus, ed è morto di ipotermia.
Lo riferisce il Secolo XIX. I soccorritori di Genova Soccorso, allertati da un tassista, erano riusciti inizialmente a far riprendere il battito cardiaco dell’uomo. Ma la grave ipotermia, subito diagnosticata dai medici intervenuti, gli è risultata però fatale. L’uomo è deceduto poco dopo in ospedale.
Non è stato possibile identificare l’uomo, che ha un’età tra i 50 ed 60 anni. I carabinieri cercano nelle banche dati eventuali tracce di persone recentemente scomparse.
Intanto, a seguito dei cali delle temperature, Comune e associazioni si stanno stanno muovendo per incrementare la disponibilità di posti letto ma la pandemia, con l’obbligo di sottoporre ogni ospite a tampone prima del ricovero, allunga i tempi di assegnazione dei letti.