Von der Leyen e Lagarde: austerità in Europa?

Ursula von der Leyen alla commissione europea e Chrstine Lagarde alla BCE rinsaldano l'asse franco-tedesco.

BCE e commissione: Von der Leyen e Lagarde rappresentano l’austerità in Europa? Secondo alcuni sì.

Francesco Forte, professore emerito alla Sapienza di Roma ed editorialista economico, lancia l’allarme su Il Giornale.

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La francese Christine Lagarde è una monetarista pura, molto legata al rigore di bilancio. Possibili guai in vista per l’Italia.

Von der Leyen e Lagarde: austerità in Europa? Christine Lagarde tra FMI E BCE

Christine Lagarde, ricorda Forte, è per le politiche lacrime e sangue, come quella imposta alla Grecia in cambio di aiuti da presidente del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

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Lagarde sostituirà Mario Draghi dal primo novembre alla guida della Banca Centrale Europea (BCE).

Il rigore dovrebbe lasciare il posto alle politiche monetarie più flessibili e meno convenzionali sulla scia di Draghi.

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L’arma a doppio taglio della strategia di Christine Lagarde

Secondo Forte, Lagarde sembrerebbe pronta a continuare la strategia del predecessore comprando titoli pubblici e di istituzioni finanziarie private, in cambio di euro circolante.

Tutto questo però non è a costo zero.

La crescita economica e la riduzione delle aliquote fiscali per favorire lo sviluppo non sarebbero le sue priorità di esperta finanziaria formata al rigore del FMI.

In altre parole, punterebbe a fornire moneta facile alle banche con indubbio vantaggio per gli istituti di credito europei.

Francia e Germania sono alle prese con la concorrenza americana e cinese, il calo della domanda e la crisi Deutsche Bank.

Di conseguenza, hanno bisogno di nuovo ossigeno con una politica monetaria espansiva.

Il rovescio della medaglia riguardarebbe la contropartita richiesta dalla BCE ai Paesi europei sotto forma di severe politiche fiscali.

Ursula von der Leyen e Christine Lagarde: attenti a quelle due

Nel supplemento web del Giornale inside over, dedicato alla situazione internazionale, Andrea Muratori rincara la dose.

Muratori ritiene che l’Italia abbia barattato la nomina dell’ex ministro della difesa tedesca Ursula von der Leyen a presidente della commissione europea con l’annullamento della procedura d’infrazione.

L’Italia si ritrova l’asse franco-tedesco di Christine Lagarde alla Bce e di von der Leyen in commissione rafforzato da Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna.

Il rischio è che le due signore diano parecchio filo da torcere all’Italia che rischia di restare isolata anche rispetto al gruppo di Visegrad dei Paesi dell’Est.

Muratori ricorda che von der Leyen è stata un vero falco del governo di Angela Merkel.

Fin dal 2010, infatti, ha sostenuto il riequilibrio forzato del bilancio che ha messo in ginocchio l’economia greca per anni.

Lagarde, come direttrice del Fondo monetario internazionale, ha applicato questa strategia e può creare una manovra a tenaglia con von der Leyen a nostro danno.

Il rischio è che Lagarde non mostri affatto la lungimiranza e acume strategico che Mario Draghi, pur tra limiti e difficoltà, ha saputo sfoderare.

La strategia italiana verso Christine Lagarde e Ursula Von der Leyen

Un bel guaio per l’Italia che dovrebbe ridurre drasticamente il debito pubblico in cambio di acquisto dei nostri titoli da parte della BCE sui mercati secondari.

Le tasse alte sono l’arma per ridurre  il debito ma con conseguenze nefaste per il Pil che non riuscirebbe a crescere.

Di flat tax su modello Salvini non se ne parlerebbe, a meno di non tagliare drasticamente sprechi e spesa assistenzialistica.

L’Italia ha quindi l’opzione del muro contro muro, che non è detto ci premi, o un confronto costruttivo con le istituzioni europee, basato su un piano equlibrato di rientro del debito.

Solo così, secondo Francesco Forte, potremmo strappare delle concessioni più flessibili per attuare riforme fiscali e burocratiche.

Sarebbe un’azione prudente per salvaguardare i risparmi e utile alla competitività delle nostre imprese per non essere travolte da un rigore draconiano.

L’obiettivo è Far pesare il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo e ribadire che la crescita italiana è un vantaggio sia per l’Europa, sia per gli investitori.

In questo modo, si può creare un punto d’incontro con la politica monetaria della BCE, ma anche con la commissione europea di Ursula Von der Leyen.

Come precisa Andrea Muratori, sarà un gioco sul filo del rasoio per l’Italia, che dovrà mettere sul tavolo diplomazia, determinazione e chiara strategia economica.

Sono le carte migliori da gettare sul tavolo per evitare che il nostro gioco si riveli un bluff.

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