Loris, la madre chiede di essere sentita in carcere e si difende

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La madre del piccolo Loris Stival, dal carcere dove rimane rinchiusa con l’accusa di aver ucciso il figlio di 8 anni strangolandolo con delle fascette di plastica e di avere poi gettato il corpo in un canale di Santa Croce Camerina (Ragusa), il 29 novembre del 2014, ha chiesto di essere nuovamente sentita dalla Procura di Ragusa e continua a gridare la propria innocenza, confermando di aver portato il bambino a scuola quel giorno. La giovane donna ha ribadito di essere vittima di un errore ed esortato gli inquirenti a trovare il vero colpevole dell’omicidio di Loris. Tuttavia potrebbe non essere tutto, può darsi che la venticinquenne abbia fornito nuovi elementi per le indagini, elementi che verranno rivelati successivamente. “Posso avere sbagliato nel ricordare il percorso, confuso qualche strada, che non è importante, ma è certo che io Loris l’ho accompagnato a scuola”, ha dichiarato. Inoltre ha anche “manifestato dubbi su comportamenti di alcune persone”, ma  ha precisato di “non accusare alcuno”, né di “sospettare chi possa avere ucciso Loris”. Ha parlato anche del marito, Davide Stival, dicendo che questi  può “chiedere il divorzio se non crede alla mia estraneità al delitto: come fa – si domanda – a tenersi una moglie che ritiene l’assassina di suo figlio? Sia allora conseguente”. L’avvocato e portavoce di Veronica Panarello, Francesco Villardita, ha reso noto giovedì che la sua stessa assistita “mi ha telefonato in studio dalla casa circondariale di Agrigento e mi ha manifestato la volontà di far sapere pubblicamente che non vuole più vedere il marito e che rifiuterà i futuri colloqui con lui. Vuole tagliare i ponti a seguito del comportamento di Davide all’ultimo incontro”.