Agenzia delle Entrate, in arrivo 8,5 milioni di atti entro la fine 2020

L'Agenzia delle Entrate ha comunicato che entro la fine del 2020 saranno inviati circa 8,5 milioni di atti nonostante non sia più stata approvata la proroga biennale prevista dal Decreto Cura Italia

L’Agenzia delle Entrate ha sospeso l’attività ordinaria sino al 1 giugno, data dalla quale riprenderà le procedure di controlli fiscali e l’invio delle comunicazioni di irregolarità. Entro la fine dell’anno 2020 si prevedono 8,5 milioni di atti. A comunicarlo è stato il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nel corso dell’Audizione in Commissione Finanze ed Attività produttive della Camera di oggi, 22 aprile 2020.

Dal 1 giugno in arrivo 8,5 milioni di atti su controlli fiscali

Durante l’intervento per aggiornare l’attività in questa fase di lockdown per il coronavirus, l’Agenzia delle Entrate comunica che terminato il periodo di sospensione per atti, adempimenti e versamenti fiscali, si inizierà a programmare la normale attività.

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In particolare, nella prima fase partiranno circa 3,7 milioni di atti e comunicazioni sospese per effetto dell’emanazione del Decreto Cura Italia e continuerà sino alla fine del 2020, tanto che entro la fine dell’anno si trasmetteranno 8,5 milioni di atti.

Nonostante sia stata eliminata la proroga biennale dei termini di accertamento, l’Agenzia delle Entrate non rallenterà quanto programmato e riuscirà ad inviare gli atti in maniera regolare.

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Eliminata la proroga biennale dei termini di accertamento

Nel corso dell’Audizione di aggiornamento, Ruffini sottolinea che, nonostante la proroga inizialmente prevista dal Decreto Cura Italia sia stata eliminata dal maxi-emendamento approvato in Senato nel corso della conversione in legge del Decreto n. 18/2020, l’Agenzia delle Entrate riuscirà a completare il piano di controllo.

Inizialmente, la proroga era stata prevista per favorire il contribuente e avrebbe riguardato tutti i controlli fiscali per i quali è previsto un termine di prescrizione. Questa estensione avrebbe avuto l’obiettivo anche di fornire all’Agenzia delle Entrate il tempo necessario di spalmare gli atti di accertamento, al fine di evitare di concentrare notifiche ai contribuenti subito dopo il periodo di crisi.

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Per alcuni atti di accertamento o rettifica con scadenza al 31 dicembre 2020, si trattava dunque di aver tempo sino al 31 dicembre 2022. Adesso, invece, il contribuente si troverà a fare i conti con una serie di obblighi in uno spazio di tempo ristretto.