L’aria tradizionale lombarda dal titolo “Piva, piva” è una canto natalizo diffuso in tutta Italia. Questa canzone ha numerose varianti, sia a livello melodico che testuale, ed è considerata addirittura un “canto portafortuna” se la si intona la notte di Natale prima di entrare in Chiesa.
Le origini di “Piva, piva” sembrano essere legate non a qualcosa di sacro, bensì a qualcosa di innegabilmente profano: sarebbe infatti una sorta di jingle pubblicitario nato dalla rivisitazione di una melodia antica che sembra aver ispirato anche W.A.Mozart come si può ascoltare nel terzo atto delle “Nozze di Figaro” (minuto 31:16).
Uno dei canti natalizi più conosciuti e più amati sembra essere dunque una “trovata pubblicitaria” dei venditori d’olio bresciani che pur di vendere l’olio nuovo, che è pronto a Dicembre, sfruttarono “la magia del Natale” ed il fascino del “baghet”, la cornamusa bergamasca. “Piva, piva, l’oli d’uliva/ piva, piva l’oli d’ulà/ L’è ‘l Bambin che porta i belè/ l’è la mama che spénd i danè/ Piva piva suona la piva/piva piva suona ‘l baghet” si canta infatti in quella che sembra essere la versione più antica di questa canzone.
Il canto “Piva, piva” però non scomparve quando la “vendita porta a porta” dell’olio non ebbe più ragione di esistere. Ciò si deve forse al suo legame con il Natale che era divenuto così forte da far perdere alla canzone il suo significato originario per trasformarla in un canto tradizionale natalizio.
È così che una melodia antichissima, forse una ninnananna, rivisitata per scopi tutt’altro che sacri, è divenuta una delle canzoni tradizionali natalizie più amate dagli italiani.