Annalisa Minetti ha rilasciato un’intervista al magazine Gente a cui ha parlato della sua carriera, ma soprattutto della patologia di cui affetta: la retinite pigmentosa. Essere non vedente non è stato per lei un limite, anzi non si è mai identificata con la sua malattia che non considera certo una disabilità come ancora oggi la società vorrebbe far credere:
“Credo, invece, che ognuno di noi abbia abilità, alcune più spiccate di altre, ed è necessario lavorarci su per svilupparle.” La cantante ha poi parlato del suo ruolo di madre, un ruolo importante anche per lei che non è vedente. Proprio per questo ci tiene a rivendicare i suoi diritti di genitore che non dovrebbero essere mai messi in discussione. “Intanto ho messo a tacere gli sciocchi, chi pensa che la maternità sia diritto solo dei normodotati. Mettere al mondo i figli per me è stato un atto d’amore”.
Annalisa è madre di un ragazzo di 15 anni Fabio nato dalla relazione con Gennaro Esposito e Elena, 5 anni, avuta con Michele Panzarino. Due maternità diverse che la Minetti ha saputo fronteggiare con determinazione senza mai porsi dei limiti. La sua cecità infatti non le ha impedito di comportarsi come tutte le mamme. Ha fatto scelte giuste e sbagliate ma questo certo non è dipeso dalla sua malattia. Tuttavia l’artista ammette che non veder fisicamente i figli le dispiace: “Non avere la vista mi fa ancora male. Non m’importa non poter più vedere gli alberi, la natura, è non vedere i miei figli crescere a farmi male. Quando mi dicono: ‘Che bella tua figlia!’, ‘Com’è diventato tuo figlio!’, mi prende un magone…“
Annalisa Minetti atleta: “Lo sport è il mio psicologo”
Dopo essersi affermata come cantante e modella, Annalisa Minetti ha intrapreso anche la strada dello sport. L’attività fisica è stata molto importante per il suo benessere fisico, considera la corsa e il nuoto un mezzo per non vivere al buio:
“Lo sport è il mio psicologo, il mezzo per non impazzire vivendo nel buio e con cui ritrovo il mio equilibrio. E poi è inclusivo, diffonde valori giusti, soprattutto tra i ragazzi, insegna a raggiungere obiettivi attraverso i percorsi faticosi e non con le strade facili”.