Antimafia, sull’omicidio Pasolini, l’ombra della Banda della Magliana

Antimafia, sull’omicidio Pasolini, l’ombra della Banda della Magliana

A 47 anni di distanza dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, la Commissione parlamentare Antimafia rende note le conclusioni: il regista potrebbe essersi trovato all’Idroscalo di Ostia, dove ne è stato ritrovato il corpo, per tentare di recuperare alcune pellicole rubate del film  ‘Salò e le 120 giornate di Sodoma’ e, coinvolti nel delitto, “gruppi malavitosi di rilievo”,  come la Banda della Magliana.

La relazione della Commissione, depositata proprio oggi, precisa che “appaiono ormai del tutto improbabili soluzioni di carattere giudiziario, ma resta utile, in prospettiva storica, che le ricerche sul movente e sulle modalità dell’aggressione che causarono la morte di Pasolini, entrambe mai chiarite, siano eventualmente riprese”.

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Ipotesi investigative demolite da inchieste giornalistiche. Pino Pelosi condannato in via definitiva

Insomma, il cold case italiano per eccellenza, potrebbe oggi avere una possibile soluzione, se non dal punto di vista giudiziario, almeno da quello storico. Nella relazione, infatti, si sottolinea che le inchieste giornalistiche abbiano puntualmente demolito l’ipotesi investigativa iniziale, ovvero che il regista fosse stato ucciso, in un torbido e fumoso contesto di sesso e omosessualità, da Pino Pelosi, condannato definitivamente per l’omicidio Pasolini.

Gravi omissioni hanno impedito di far luce sul delitto

La relazione evidenzia anche “omissioni particolarmente gravi” rispetto agli “accertamenti immediati che si sarebbero dovuti svolgere” , come “la mancata audizione dei testimoni che abitavano nelle baracche della zona e che avevano udito quanto avvenuto quella notte e che avrebbero sin dal principio dato conto dell’evidenza che l’aggressione fu condotta da numerose persone” o “la mancanza, dopo l’omesso confinamento della zona ove il delitto era avvenuto, di approfondite perizie sulle gravi ferite riportate da Pasolini e sui mezzi con i quali queste erano state inferte”.

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La Banda della Magliana coinvolta: le dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino

A  collegare l’omicidio dell’intellettuale bolognese, ma romano d’adozione, alla Banda della Magliana, “alcune dichiarazioni rese da Maurizio Abbatino (uno dei capi della Banda della Magliana, poi collaboratore di giustizia ndr)” , che è stato sentito dalla Commissione di inchiesta in “due distinte occasioni”. Così come, durante i lavori,  fu ascoltata anche la ricercatrice e giornalista Simona Zecchi, che si occupò del caso Pasolini.

Pasolini forse ucciso mentre tentava di recuperare la pellicola rubata

E la Commissione ha cercato di far luce anche sul motivo che, nella notte tra l’1 e il  2 novembre del 1975, potrebbe aver portato il regista proprio all’Idroscalo ostiense, anche se non è certo che sia stato quello il luogo del delitto. Sicuramente, però è il luogo del ritrovamento del corpo di Pasolini. Tra le ipotesti, il furto di alcune pellicole sottratte a ferragosto del medesimo anno da uno degli studios di Cinecittà. Tra quelle ‘pizze’, ci sarebbe stata anche la pellicola originale del film che Pasolini aveva da poco girato, ‘Salò e le 120 giornate di Sodoma’.

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Secondo la ricostruzione, fu proprio il tentativo di recuperare il materiale a condurre Pasolini nella sua trappola mortale in cui, probabilmente, Pelosi ebbe una parte ma che vedeva anche altri protagonisti.  

Chi era Pier Paolo Pasolini

Nacque a Bologna il 5 marzo 1922  il poliedrico intellettuale, tra i più rappresentativi del Novecento italiano: fu poeta, scrittore, autore e regista.

Tra i suoi scritti più significativi, ‘Ragazzi di vita’ e ‘Una vita violenta’, oltre a ‘Petrolio’, romanzo rimasto incompiuto.

Nel cinema, invece, famosissimi i suoi film, da ‘Accattone’, con Franco Citti, uno dei suoi intepreti preferiti insieme a Ninetto Davoli, a ‘Mamma Roma’, con l’indimenticata Anna Magnani, passando per  ‘Uccellacci e uccellini’ con Totò e Davoli, fino a ‘Porcile’, ‘Medea’, ‘Decameron’ e ‘I racconti di Canterbury’.  ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’, fu presentato, postumo, tre settimane dopo la morte del regista.

Fu ucciso nella notte tra l’1 ed il 2 Novembre 1975 in circostanze mai chiarite. Il suo corpo fu ritrovato all’alba all’Idroscalo di Ostia.