D. P., è stato accusato per aver sgozzato il figlio di soli sette anni. Mercoledì avrebbe dovuto presiedere in aula, per il tentato omicidio di un ex collega di lavoro.
Durante la giornata di ieri, il giudice ha negato la perizia psichiatrica del 40enne.
D. P. Si trovava nel carcere di San Vittore a Milano, con l’accusa di omicidio, nei confronti del figlio di sette anni. La procura di Varese, attraverso una nota, ha comunicato il tragico epilogo della vita del 40enne, suicidatosi nel carcere milanese.
Lo scorso 6 luglio, gli era stata notificata la conclusione delle indagini per l’omicidio del figlio. Nella giornata di domani, invece, era stata fissata la discussione con giudizio abbreviato, in un altro procedimento a suo carico. L’accusa era di tentato omicidio. Difatti, secondo gli investigatori, ha cercato di uccidere un collega con un taglierino, nei parcheggi dell’azienda in cui lavorava.
Mentre si trovava agli arresti domiciliari per tentato omicidio, ha ucciso il figlio e poi lo ha nascosto nell’armadio insieme ad un biglietto, indirizzato proprio al papà, il nonno della piccola vittima di sette anni, in cui chiedeva scusa.
Poi, negli audio di Whatsapp sempre diretti all’anziano padre, avrebbe riferito che “fa schifo uccidere il proprio figlio“.