Bimba caduta dal balcone, il compagno della madre: “Era come una figlia”

Una testimone: "Ho sentito un tonfo, come di un qualcosa di pesante che cadeva da metri di altezza. Sono uscita fuori e ho visto la piccola"

Per me quella bambina era come una figlia. Mi sento in colpa, non sono stato attento“, dice A. M., 32enne di origini marocchine. L’uomo piange disperato davanti agli inquirenti, che ora lo accusano della morte della piccola Fatima, figlia della sua compagna.

L’ipotesi di reato a suo carico è quella di omicidio volontario con dolo eventuale.

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«Ciao piccola, ora gioca felice con gli altri angeli. Rimarrai sempre nei nostri cuori», recita un biglietto lasciato sul luogo della tragedia.

Intanto, Stefania, dipendente di una panetteria il cui retro si affaccia sullo sul della palazzina da cui la piccola è precipitata, racconta: “Avevo appena finito il mio turno, stavo svuotando il secchio d’acqua per le pulizie fuori, come faccio ogni sera. Ho sentito un uomo parlare una lingua straniera e una donna che gli rispondeva in italiano; sembrava una discussione, non un litigio. Poi sono rientrata e ho sentito come un boato, come il tonfo di una cassa d’acqua che cade dall’alto. Sono uscita per dire loro di abbassare la voce e quando ho aperto la porta ho visto la bambina a terra, che respirava a fatica e ho subito chiamato i soccorsi“.

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La ragazza è subito corsa a riparare la piccola dal freddo con la sua giacca, e ha chiamato i soccorsi. La mamma è scesa subito dopo precipitandosi giù per le scale: “Si è buttata per terra mentre gridava ‘la mia bambina’ disperata. Una scena terribile, che non avrei mai voluto vedere e che non mi toglierò mai dalla testa” ha detto la giovane.

La piccola è stata trasportata al Regina Margherita, e ha riportato fratture multiple al torace e al cranio. “Le volevo tanto bene e anche lei ne voleva a me” dice A. M. L’uomo dice di non aver bevuto molto quella sera, e che la sua mancanza di lucidità quando sono arrivati i militari era dovuta allo stato di shock in cui versava. Ma i poliziotti raccontano ben altro: al loro arrivo, gli ha sputato addosso. «Le leggi italiane fanno schifo», gli avrebbe detto.

Francesca Angelica Ereddia
Francesca Angelica Ereddia
Classe 1990, Laureata in Giurisprudenza, siciliana, una passione per la scrittura, la musica e l'arte. Per aspera ad astra, dicevano. Io, nel frattempo, continuo a guardare le stelle.