Calcioscommesse, l’incubo riappare

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Il calcio italiano stava appena ricominciando a sognare, con ben tre italiane nelle semifinali delle coppe europee e con la Juventus prossima alla finale di Champions League. Ma presto il bel sogno si è trasformato in un incubo: è riapparso infatti lo spettro del calcioscommesse. Questa volta nel mirino della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, sono finite Serie D e Lega Pro, con una cinquantina di fermi tra calciatori, allenatori, dirigenti e presidenti di club in tutta Italia. Come se non bastasse, tra gli indagati compaiono anche diverse personalità legate al mondo della malavita, soggetti stranieri e addirittura un poliziotto. Il capo d’accusa è quello di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, con l’aggravante di associazione mafiosa. L’operazione, scattata nella notte tra lunedì 18 e martedì 19 maggio e denominata “Dirty Soccer”, ha portato nuovamente alla luce il legame tra mafia e calcio (stavolta in particolare con la ‘ndrangheta) e ha accertato l’esistenza di due diverse associazioni criminali in grado di alterare risultati degli incontri di Lega Pro e Serie D. Le squadre coinvolte sarebbero almeno trenta e le partite incriminate ventotto. L’indagine ha preso il via dalle intercettazioni di Pietro Iannazzo, ritenuto il boss della nota cosca che opera per conto della ‘ndrangheta a Lamezia Terme. In questa ennesima vergognosa vicenda per il calcio italiano, desta non poco scalpore la presenza tra le squadre sotto accusa della Pro Patria, club di Busto Arsizio, nel Varesotto, che sabato 23 maggio dovrà affrontare i play out contro la Lumezzane, dai quali vertici sono arrivate non poche proteste e indignazione. Secondo gli inquirenti, al centro dello scandalo ci sarebbe Fabio Di Lauro, che figurerebbe come portavoce e rappresentante dei “signori delle scommesse”. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo ha poi puntualizzato che ci sono dei sospetti anche su alcune partite di Serie B, ma non ci sarebbero elementi per confermare tali risvolti. Se dovesse essere così, questa volta il fango gettato sul calcio italiano sarebbe davvero difficile da pulire e macchierebbe in maniera indelebile uno sport nazionale che rappresenta il sogno e la passione di milioni e milioni di persone.

Federico Gianquintieri