Due donne sono decedute in una sola giornata all’interno del carcere torinese delle Vallette. Due tragedie si sono consumate tra le mura dell’istituto penitenziario: una donna si è tolta la vita e un’altra è morta dopo aver rifiutato cibo, acqua, cure e implorando insistentemente di vedere suo figlio. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è in viaggio per comprendere cosa stia accadendo nel penitenziario torinese. Un’estate nefasta per le carceri italiane, già sovraffollate, che ha registrato 15 suicidi, ai quali si aggiungono quelli delle due donne detenute.
Carcere delle Vallette: L’appello dei sindacati
Le istituzioni penitenziarie italiane sono affollate al massimo. I sindacati fanno appello a Nordio per un cambiamento radicale nella gestione delle carceri. Le storie di sofferenza delle due detenute sono solo due delle tante vicende che si consumano dietro le sbarre.
Susan John: niente cibo e acqua per 20 giorni
Susan John, 43 anni, di origine nigeriana, era nelle Vallette da fine luglio, dopo lungo periodo passato agli arresti domiciliari. La detenuta doveva scontare una pena per reati di immigrazione clandestina e tratta, fino al 2030. Per 18 giorni, la donna ha respinto cibo, acqua e medicine.
Susan non stava portando avanti uno sciopero della fame, come ha fatto Cospito: si è invece lasciata morire giorno dopo giorno, forse spinta dalla disperazione. Continuava a ripetere incessantemente di voler rivedere il suo bambino di quattro anni, rimasto con il padre perché Susan era sposata. La donna era detenuta al Carcere delle Vallette in una sezione riservata alle detenute con problemi psichici e comportamentali. Verso le 3 della scorsa notte, il suo cuore ha cessato di battere. Gli sforzi del personale medico e della polizia penitenziaria sono risultati inutili.
Un suicidio avvenuto poche ore dopo
L’altra detenuta che ha perso la vita, togliendosela, nel Carcere delle Vallette aveva solo 28 anni. Il suo è il 43° suicidio in carcere dall’inizio dell’anno e il 16° da giugno. Un periodo, l’estate, in cui l’affollamento si fa ancora più sentire a causa del caldo, come afferma l’associazione Antigone: non è un caso che il numero di suicidi in prigione aumenti in questo periodo.