Caso Orlandi: documenti inviati a Piazzale Clodio

La procura vaticana ha trasmesso gli atti alla procura di Roma

Dopo esattamente 40 anni di scandali, segreti e complotti sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, il caso è stato finalmente riaperto. Proprio ieri il Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano, Alessandro Diddi, è stato intervistato dal Tg1 Mattina Estate rivelando un’improvvisa e inaspettata accelerata sul caso. “Abbiamo trovato dei dati che non erano mai stati lavorati, adesso è il momento per portare a compimento questo nuovo filone d’indagine”, ha spiegato.

Oggi questi documenti sono stati trasferiti dalla procura Vaticana alla procura di Roma per essere analizzati. Diddi ha rivelato, inoltre, di aver raccolto tutte le evidenze reperibili nelle strutture del Vaticano e della Santa Sede, anche cercandone attestazione tramite conversazioni, con alcune persone responsabili di alcuni uffici all’epoca dei fatti e che sono state raccolte molte carte, forse sfuggite negli anni passati agli inquirenti. 

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L’appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela ha commentato all’agenzia di stampa LaPresse: “la speranza è che finalmente questi documenti possano portare alla verità e che siano ascoltate le persone indicate nel memoriale”. Pietro non si è mai arreso e insieme a lui la sua famiglia, che ha deciso di inviare un appello alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “Speriamo che lei possa contribuire, nel rispetto dei ruoli, alla ricerca della verità sulla scomparsa di Emanuela e al contempo a chiarire tutti i fatti che in questi quaranta anni hanno segnato l’Italia e sono ancora rimasti oscuri”.

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