Chieti, evasione fiscale società petrolifera. Sequestri per € 680 mila

Il valore dell'evasione si aggirerebbe attorno a €4 mio. Nei guai gli amministratori della società.

Reato di dichiarazione fraudolenta tramite l’utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Questa l’accusa nei confronti degli amministratori di una società di Chieti operante nel settore petrolifero. I responsabili dell’azienda rischiano da 4 a 8 anni di reclusione.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo abruzzese hanno eseguito stamane un provvedimento di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore pari a quello della presunta frode.

Le Fiamme Gialle hanno posto sotto sequestro n. 5 terreni, n. 6 immobili, n. 7 automezzi, n. 11 rapporti finanziari nella disponibilità dell’azienda incriminata e dei suoi amministratori per un valore stimato in oltre € 680 mila.

L’indagine aveva portato i militari ad ipotizzare il coinvolgimento consapevole dei responsabili della società fratense in una frode fiscale molto ampia nel settore di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti per autotrazione.

Dalle risultanze dei controlli, negli anni 2019 e 2020 la società incriminata avrebbe detratto indebitamente un importo pari a circa €4 mio.

Le operazioni sottoposte al vaglio degli investigatori riguardavano fatture di acquisto per operazioni inesistenti, emesse da alcuni fornitori che sistematicamente evadevano il pagamento delle imposte. Le società “filtro” o “cartiere” (società fantasma) erano riconducibili a soggetti che operavano sistematicamente nel settore delle frodi Iva sui carburanti.

La società incriminata avrebbe acquistato a prezzi apparentemente in linea con il mercato. Poi, in piena connivenza con il cedente, avrebbe recuperato illecitamente le spese di trasporto, che risultavano inizialmente conglobate nel prezzo di vendita del carburante.

 A volte i pagamenti sarebbero stati effettuati in contanti.