Chieti, profugo si finge calciatore e va in ritiro con il club

Era ad un passo dalla realizzazione del suo sogno: diventare un calciatore professionista e magari chissà firmare, ben presto, un contratto milionario. E invece no. Come spesso accade, la verità è salita prepotentemente a galla sul più bello.

E’ la storia di Issiaka, diciottenne arrivato dal Gambia a bordo di uno dei tanti barconi che attraversano il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste. Dal centro di accoglienza in Abruzzo, dove era ospitato,  Issiaka si è presentato a Pescara, con dei documenti contraffatti ed il curriculum professionale di un certo Lamine Diatta, difensore del Senegal e pilastro dell’Excelsior di Dakar, raccontando ai dirigenti del club adriatico di essersi svincolato dalla società di appartenenza e di essere pronto a sostenere un provino, che però non è andato come sperava.

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Non dandosi per vinto, il diciottenne decide di fare un secondo tentativo, questa volta bussando alla porta del Chieti calcio, squadra che milita in serie D con un passato recente in Lega Pro. Quelli del Chieti mostrano un certo entusiasmo all’idea di accogliere in squadra un nazionale senegalese e decidono di puntare sul presunto Diatta. “Il ragazzo é venuto da noi credo verso gli ultimi giorni del mese scorso chiedendo di sostenere un provino, ma come abbiamo saputo in queste ore, con una falsa identità e dicendo di essere senegalese. Il ragazzo ha provato alcuni allenamenti per alcuni giorni e fatto qualche partitella”, ha detto il presidente del club neroverde, Massimiliano Rebba. “Poi però – continua il massimo dirigente – come facciamo con tutti i calciatori, abbiamo chiesto di portarci i documenti anche perché abbiamo capito che c’era qualcosa che non quadrava. Abbiamo atteso qualche giorno, ma i documenti non sono mai arrivati, e la cosa non ha avuto più un seguito. Nelle ultime ore – conclude Remba – abbiamo letto quello che é accaduto (la notizia è stata riportata dal quotidiano Libero e dalle agenzie di stampa nda) e sinceramente ci siamo fatti una risata perché non credevamo che dietro ci fosse tutto questo di cui si sta parlando”. Niente calcio, almeno per il momento, per Issiaka che è stato riaccompagnato dalle forze dell’ordine, nel centro di accoglienza abruzzese dal quale era fuggito.