L’Italia ha violato in “maniera sistematica e continuata” i valori limite Ue sulle concentrazioni di PM10 nell’aria, tra il 2007 ed il 2018.
Così ha deciso la Corte di Giustizia Ue. La Corte ha inoltre evidenziato che l’Italia non ha adottato, in tempo utile, misure adeguate per garantire il rispetto dei valori limite.
Nella sua decisione la Corte Ue non ha tenuto conto delle aree di superamento dei limiti, concentrate nella Pianura Padana, e non estese a tutto il territorio nazionale.
I giudici di Lussemburgo hanno subito chiarito che “il superamento dei valori limite fissati per il PM10, anche nell’ambito di una sola zona, è sufficiente perché si possa dichiarare un inadempimento della direttiva sulla qualità dell’aria“.
La Commissione europea aveva deferito l’Italia alla Corte il 16 maggio 2018. Lo stesso giorno aveva comunicato una decisione analoga a Ungheria e Romania, portando in tribunale anche Francia, Germania e Regno Unito per il superamento dei limiti di biossido di azoto (NO2). L’Italia si è aggiunta al novero dei Paesi condannati per il superamento dei limiti di legge di NO2 nel marzo 2019.