“Ghost money”, questo il nome dato all’operazione condotta del Centro Operativo Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale del Lazio con il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di un gruppo accusato di aver commesso delle frodi informatiche ai danni di istituti finanziari, creando delle false identità.
Nel complesso, gli investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito sei misure di custodia cautelare, cinque tra Roma e provincia e una a Torino, in esecuzione di una ordinanza emessa dal gip del tribunale di Roma. Su di loro grava l’accusa di frode informatica, furto di identità digitale, riciclaggio e auto riciclaggio, falso in atto pubblico e falsità materiale. Durante le indagini, di ben 2 anni, è emerso che il gruppo subentrava nell’uso delle sim telefoniche delle vittime e si impossessava dei loro conti bancari.
Le somme rubate venivano trasferite su conti correnti di diversi complici
Sui conti correnti usati dal gruppo criminale transitavano le somme di denaro rubate per poi essere incassate o trasferite su conti correnti di diversi complici. “Non appena ricevuta la disponibilità della somma, e prima che l’istituto di credito potesse verificare la non genuinità della documentazione depositata, i criminali si affrettavano a bonificare i fondi su conti correnti intestati ad altre società realizzate ad hoc per il perfezionamento della frode ed il successivo trasferimento dei proventi illeciti su conti esteri”. si legge in una nota della polizia.