maestro eclettico e unico nel suo genere ha realizzato per conto del governo italiano, alla metà del secolo scorso, questi piccoli capolavori.
Salvador Dalì è stata una vera e propria icona della cultura occidentale del secolo scorso. Pittore, scultore, scrittore, fotografo e molto altro, Dalì è il maestro del surrealismo. Grazie al suo tocco pittorico, tratto dall’arte rinascimentale, egli divenne un personaggio unico nel suo genio iberico. Fu uno dei pochi artisti a collaborare con figure di ogni settore.
Faceva risalire il suo “amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali” a una auto-attribuita ‘discendenza araba’, sostenendo che i suoi antenati discendessero dai Mori.
Dalí era sicuramente dotato di un fervido spirito immaginativo e stravagante, per questo motivo riuscì a irritare gli amanti della sua arte. Ciò avvenne in quanto il suo egocentrismo catturò, in diversi casi, l’attenzione più delle sue opere d’arte.
Dalì e la Divina Commedia
Quando l’arte incontra la letteratura accade una vera e propria magia. Forse non in molti sanno che Salvador Dalì ha interpretato a suo modo un grande classico della letteratura italiana. Questo non è l’unico esempio del maestro, ricordiamo: i dipinti per il Don Quijote, le tavole di Alice in Wonderland, L’Essais di Montaigne e Romeo and Juliet di Shakespeare.
Quando la sua fama internazionale era all’apice, nel 1957, più di un secolo dopo dalle opere del poeta e pittore inglese William Blake, Dalì cominciò a lavorare con cura a circa 100 dipinti basati sulla Divina Commedia di Dante.
Questo lavoro fu commissionato direttamente dal governo italiano che gli concesse otto anni per l’ultimazione dell’opera. La pubblicazione, in edizione limitata, era prevista per il 1965 in occasione del settecentesimo dalla nascita del poeta toscano.
Non appena si venne a sapere che l’opera letteraria italiana più importante al mondo fu affidata a uno spagnolo, il popolo si ribellò e il governo fu costretto a fermare il progetto.
Dalì continuò i lavori, nonostante tutto, fino al 1964. In seguito assunse due incisori che trascorsero circa cinque anni a intagliare artigianalmente 3500 blocchi di legno da usare per le riproduzioni dei dipinti.
La serie non fu pubblicata ufficialmente ma le riproduzioni dei dipinti possono essere acquistate a prezzi spropositati oppure possono essere consultate in un libro, fuori stampa, rilasciato da Park West Gallery nel 1993.