Eurogruppo: riunione rinviata a Giovedì, ancora molti i nodi da sciogliere

Massima la resistenza di Germania, Olanda e Austria a compiere la scelta di mutualizzare il debito futuro ai soli fini dell'uscita dalla grave recessione.

Ieri, 7 aprile 2020, si è tenuta la riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles. Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno si è collegato in videoconferenza con i ministri della finanza di tutti gli Stati appartenenti all’Eurozona per cercare una linea comune per l’adozione di misure di gestione della crisi economica provocata dalla pandemia di Coronavirus.

La riunione è iniziata più tardi, caratterizzata da pause e discussioni più lunghe. Fatto sta che si è discusso per tutta la notte senza arrivare ad un risultato concreto. E dopo che è già slittata per ben due volte, la discussione è stata rinviata giovedì, 8 aprile 2020.

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Dopo 16 ore di discussione – ha scritto Mario Centeno in un tweet – ci siamo avvicinati a un’intesa, ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19“.

Eurogruppo: i nodi da sciogliere

Gli Stati membri continuano ad essere divisi su due punti: il ricorso alle linee di credito del Mes e un fondo per emettere Eurobond che dovrebbero finanziare la ripresa attraverso la mutualizzazione del debito.

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Nel corso della riunione sono stati fatti sicuramente dei passi avanti sopratutto per quanto riguarda l’adozione di un fondo per la ripresa economica sulla scia di quanto proposto anche dal’asse franco-italiana che prevede titoli di debito comuni, i Recovery Bond. La proposta su impulso dell’Italia è la “European Recovery and Reinvestment Plan” che prevede un piano straordinario di ricostruzione potenziato da European Recovery Bond, vale a dire uno strumento di debito comune europeo che possa consentire di ricostruire il tessuto economico-sociale dell’Europa.

C’è stata invece poca tolleranza sull’adozione del Mes senza condizioni, attualmente previste, per la concessione di prestiti ai singoli Paesi, soprattutto da parte dell’Olanda.

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Lo scoglio per ora insuperato è la creazione di un fondo speciale per un’obbligazione unica per cui ogni Stato dovrebbe offrire una garanzia pari al 3% del PIL per finanziare appunto la ripresa economica.

Banca Europea degli Investimenti: la proposta sembra essere la sola condivisa

A grandi linee gli Stati membri sembrano essere d’accordo sull’adozione del BEI (Banca Europea degli Investimenti) per stanziare:

  • 200 miliardi di euro per le imprese a cui si sommano 40 miliardi di euro per le Pmi;Quattro le proposte sul tavolo: su tre c’è un’intesa di massima.
  • 100 miliardi di euro per il sostegno delle casse integrazioni nazionali;
  • 240 miliardi per il fondo Salva-Stati erogati sotto forma di prestiti.

La quota italiana sarebbe 39 miliardi, ma l’Italia si è presentata al negoziato insistendo sulla necessità di non prevedere alcuna condizionalità, neppure quella “light” sulla quale la Germania alla fine si è detta d’accordo.