Facebook e il Metaverso: quando tecnologia non necessariamente equivale a progresso

Il Metaverso di Facebook sta scuotendo il web: e ora (quasi) tutti hanno paura delle insidie che possono nascondersi dentro quello che apparentemente sembra semplicemente uno scenario futuristico

La notizia del nuovo volto di Facebook, pronto a breve a diventare “Meta”, ha sconvolto gli internauti e da giorni il web si è diviso in due su questa novità.

Alcuni sono pervasi dall’entusiasmo per questa sorta di futuristico universo, altri invece pensano potrebbe trasformarsi in un qualcosa di assai pericoloso.

Al momento, però, Meta è solo un progetto, che per essere realizzabile richiederà anni.

Ciò che si sa è che nel Metaverso le persone potranno lavorare come fossero in ufficio, e svolgere attività ricreative come fare shopping o fare sport.

Si parla di ologrammi: praticamente al posto della immagine del profilo, la gente vedrà una meta-rappresentazione virtuale di noi stessi. Una sorta di Avatar. Avete presente The sims, Second Life, Earth2 e tutti quei videogames di simulazione della realtà? Ecco, così ma più in grande.

E c’è già chi grida no. Per alcuni un simile modo di connettersi potrebbe portare all’isolamento, all’alienazione.

“La nostra mission rimane la stessa, connettere le persone”, tiene a prescisare Zuckerberg

Ma la domanda legittima che ora tutti ci stiamo ponendo è: Facebook nasce per connettere le persone, ma così non si rischia di allontanarci tutti, ancora di più, dalla realtà?

Francesca Angelica Ereddia
Francesca Angelica Ereddia
Classe 1990, Laureata in Giurisprudenza, siciliana, una passione per la scrittura, la musica e l'arte. Per aspera ad astra, dicevano. Io, nel frattempo, continuo a guardare le stelle.