Oggi è stato avviato il processo di liberazione nell’Oceano Pacifico delle acque reflue radioattive provenienti dall’impianto nucleare di Fukushima, sottoposte a un trattamento specifico. Attraverso un video la Tokyo Electric Power Company Holdings ha mostrato uno dei suoi dipendenti che azionava una pompa collegata all’acqua marina, segnando così l’inizio di un progetto controverso che si prevede durerà per decenni.
AIEA: “Il piano è sicuro”
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), già il mese scorso, ha stabilito che il piano di dispersione delle acque è conforme agli standard di sicurezza globali e che avrà un impatto “trascurabile” sia sulle persone che sull’ambiente circostante. Questo significa che le variazioni di “trizio”, sostanza già esistente nell’oceano, non supereranno i livelli registrati in precedenza.
Greenpeace Giappone critica la scelta di Tokyo
La decisione del governo giapponese di iniziare il rilascio delle acque “radioattive” provenienti dalla ex centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico sta suscitando reazioni intense.
L’organizzazione ambientalista ha diffuso una dichiarazione critica in cui sottolinea che il governo giapponese sta ignorando il parere della popolazione, inclusi i pescatori, e che la decisione di disperdere le acque contaminate non rappresenta l’unica alternativa possibile.
Secondo Greenpeace Giappone, questa determinazione manca di fondamento scientifico, viola i diritti umani sia in Giappone che nella regione del Pacifico, e non rispetta le leggi internazionali sul diritto del mare.