La scorsa estate, Alphabet, casa madre di Google, è stata denunciata da alcuni consumatori per aver tracciato tramite cookies le preferenze e abitudini dei consumatori anche con la modalità in incognito.
Per il giudice si tratta di una grave violazione della privacy e ha dunque stabilito che la causa si farà, perché è necessario andare fino in fondo alla questione.
Nella nota si legge: “Google sa chi sono i tuoi amici, quali sono i tuoi hobby, cosa ti piace mangiare, quale film ti piace vedere, dove e quando ti piace fare acquisti, quali sono le mete di vacanza preferite, quale il colore favorito, e anche le cose più intime e imbarazzanti che vedi su Internet – indipendentemente dal fatto che tu segua il suggerimento di Google per mantenere le tue attività private”.
Ma Joe Castaneda, portavoce di Google, sostenendo l’infondatezza delle accuse, replica: “La modalità incognito di Chrome ti dà la possibilità di scegliere di navigare su Internet senza che la tua attività venga salvata nel browser o nel dispositivo. Come affermiamo chiaramente ogni volta che apri una nuova tab in modalità incognito, i siti web potrebbero essere in grado di raccogliere informazioni personali sulla tua attività di navigazione durante la sessione”.