Heracleion: l’antica città egizia e i suoi tesori sommersi

Un tempo fra i più grandi porti commerciali dell'Egitto, la città giace ora sotto le acque del mare

L’antica città perduta di Heracleion, situata lungo le coste egiziane, continua a sorprendere i ricercatori con i suoi incredibili tesori. Un team, guidato dal celebre archeologo Franck Goddio, ha recentemente portato alla luce numerosi reperti assieme ai resti di un grande tempio.

La missione è guidata dall’ Institut Européen d’Archéologie Sous-Ma­rine (IEASM), fondato dallo stesso Goddio.

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La città della leggenda

Molte sono le leggende nate attorno a Heracleion – o Thonis, per gli egiziani – la città che venne inghiottita dalle acque del Mediterraneo. Vari autori, incluso Erodoto – definito da Cicerone il “padre della storia” – la menzionano nei loro racconti.

Si dice che, prima dello scoppio della guerra di Troia, Elena e Paride vi abbiano cercato protezione dalla funesta ira di Menelao, re di Sparta. Il nome stesso della città deriverebbe dal mito secondo cui Eracle – figlio di Zeus – sarebbe giunto a Heracleion, dove i cittadini avrebbero eretto un tempio in suo onore.

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Gli archeologi ipotizzano che sia stata fondata intorno all’VIII secolo A.C., ad una trentina di km da Alessandria, nell’area del delta del Nilo. Spesso paragonata a Venezia, la città era attraversata da una moltitudine di canali e si affacciava sul Mar Mediterraneo.

Nel corso dei secoli, Heracleion divenne il più importante porto commerciale dell’antico Egitto, dove mercanti da ogni terra si recavano per concludere ricchi affari. La grandezza e potenza della città si accrebbero, come testimoniato dalla costruzione di vari templi, incluso quello dedicato al supremo dio Amun-Gereb – colui che conferiva al sovrano il diritto di regnare.

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In seguito alla morte di Alessandro Magno (323 A.C.), il controllo dell’Egitto – divenuto parte dell’impero macedone – fu affidato al generale Tolomeo. Egli, diede origine ad una dinastia che governò nella veste di successori dei faraoni per 275 anni, fino alla conquista del paese ad opera dei romani.

In quell’occasione, la splendida Cleopatra – fra gli ultimi e più celebri rappresentanti di questa stirpe – si tolse la vita, seguendo il destino dell’amante Marco Antonio – sconfitto dalle armate di Ottaviano Augusto.

Un mare di tesori

Le prime rovine furono avvistate da un pilota della RAF – in volo sulla baia di Abu Qir – nel 1933. Tuttavia, fu solo nel 2000 che il team di Franck Goddio – supportato dal Supreme Council of Antiquities egiziano – riportò alla luce i resti dell’antica città. Nel corso delle ricerche – iniziate nel 1996 – hanno esplorato e mappato l’intera area, situata a oltre 2 km dalla costa.

Prima di questa scoperta si credeva che Heracleion e Thonis fossero due località distinte; è stato solo con gli studi di Goddio che si è scoperta la verità: e cioè che i due nomi si riferivano allo stesso luogo.

Il ritrovamento di innumerevoli tesori come statue, sarcofagi, decine di navi e oggetti preziosi, rappresenta un’inconfutabile prova della ricchezza della città.

Nel corso dell’ultima missione, i ricercatori hanno impiegato strumenti all’avanguardia per scandagliare il fondale marino. Così, sono riusciti a scoprire i resti di un antico tempio, ormai completamente distrutto. Non solo: numerosi oggetti in ceramica, colonne, e gioielli sono stati riportati alla luce.

Gli archeologi hanno anche rinvenuto monete in bronzo e oro, di cui alcune risalenti al periodo tolemaico, mentre altre di origine bizantina. Ciò, suggerisce che Heracleion continuò a esistere sotto il dominio di Costantinopoli e, probabilmente, fino all’arrivo degli arabi.

Infine, gli strumenti hanno permesso di identificare le rovine di numerosi edifici sommersi. Questi, appartenevano alla vicina Canopo che, assieme a Naucratis ed Heracleion, rappresentava uno dei più importanti poli commerciali dell’Antico Egitto.

Una domanda continua a tormentare gli scienziati: com’è possibile che un’intera città sia scomparsa per secoli, coperta da 10 m di acqua?

Secondo la teoria più accreditata, la causa sarebbe da ricercarsi nella liquefazione del terreno, un fenomeno spesso osservato durante i terremoti. In determinate condizioni, il sedimento – imbibito d’acqua – può perdere resistenza se sottoposto a scosse telluriche, comportandosi come un liquido.

È possibile che Heracleion – colpita da inondazioni e terremoti – sia infine sprofondata sotto il suo stesso peso, rimanendo celata nelle profondità del mare in attesa di essere finalmente riportata alla luce.

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