I giudici della Corte di Appello di Roma confermano la pena detentiva di 5 anni per Gabriele Paolini: ecco il commento degli avvocati

La Corte di Appello conferma la pena detentiva a 5 anni di carcere emessa in primo grado nei confronti di Gabriele Paolini

Arriva la conferma della sentenza di condanna di primo grado per Gabriele Paolini. La terza sezione penale della Corte D’appello di Roma conferma la condanna detentiva a 5 anni emessa nei confronti di Paolini. L’accuse mosse nei suoi confronti sono piuttosto gravi, i capi di imputazione per celebre disturbatore televisivo infatti sono di tentata violenza sessuale a danno di una minorenne e produzione di materiale pedopornografico.

L’intera vicenda giudiziaria

Il 10 Novembre 2013 Gabriele Paolini viene arrestato dalle forze dell’ordine a causa di una serie di rapporti sessuali avuti con alcuni minorenni. L’uomo infatti era solito adescare le giovane vittime con regali e soldi a fronte di prestazioni sessuali. Le indagini sono scattate dopo una segnalazione fatta dal titolare di uno studio fotografico che ha ricevuto alcune foto a sfondo sessuale con protagonisti Paolini e alcuni minori. Le forze dell’ordine si sono immediatamente attivate per accertare che i file fossero stati inviati da Gabriele Paolini. I militari inoltre, in brevissimo tempo, hanno accertato anche la minore età dei giovani ritratti nelle foto, un ragazzo rumeno e due italiani.

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A causa di tutto ciò nel 2013 il Tribunale di Roma emette una sentenza di colpevolezza nei confronti dell’imputato, la regione di Paolini però è del tutto inaspettata. Quest’ultimo infatti afferma: «Oggi è stato il giorno più importante della mia vita. Nel 2013 ho frequentato Daniel, ci siamo amati e mi ha addirittura baciato dinanzi ai giudici, questa sentenza è un vero e proprio complotto nei miei confronti».

Il commento dei legali di Paolini alla sentenza della Corte di Appello di Roma

I legali dell’imputato, Lorenzo La Marca e Massimiliano Kornmuller hanno commentato negativamente la sentenza di conferma emessa dai giudici di Roma. Secondo i difensori di Paolini infatti la sentenza citata avrebbe un valore e una natura moralistica e addirittura omofoba. Secondo i due infatti i giudici hanno avuto un atteggiamento “duro” nei confronti del loro cliente perché omosessuale. I legali infatti ipotizzano che se i fatti si fossero verificati tra persone di sesso diverso, l’esito della sentenza sarebbe stato molto diverso (a prescindere dall’età dei soggetti coinvolti). I due hanno esplicitamente affermato di star aspettando il deposito delle motivazioni della decisione per poter articolare il ricorso dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione.

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